Cesena, prostitute e lavoratori schiavi: spezzate le catene per 160, il progetto va avanti

Lotta contro lo sfruttamento della prostituzione e contro la riduzione in schiavitù di lavoratori nelle grinfie di gente senza scrupoli: a un quarto di secolo dall’attivazione del progetto “Oltre la strada”, che dal 2004 a oggi ha offerto un paracadute a 160 vittime, l’impegno va avanti.

Grazie a un accordo tra Unione dei Comuni Valle Savio e Asp, per altri 17 mesi si è deciso di fornire un appiglio a chi vuole smettere di vendere il proprio corpo tramite sesso a pagamento o di spremerlo in condizioni di lavoro disumane. Con uno sforzo da 157mila euro, finanziati da Roma, per la parte restante di quest’anno e fino alla fine del 2025, si è rilanciato il piano mirato a liberare dalle catene vittime di tratta di esseri umani e di grave sfruttamento in ambito lavorativo e sessuale.

“Oltre la strada” ha preso forma in zona fin dal 1999, inizialmente dedicato a fornire una sponda alle prostitute che volevano fuggire dai loro aguzzini. Poi il raggio d’azione si è ampliato ad altre forme di sfruttamento.

Negli ultimi vent’anni sono state avvicinate dagli operatori ben 400 persone finite in un mostruoso tritacarne, che include anche casi di accattonaggio forzato, matrimoni obbligati e mutilazioni genitali. Dopo tutte le valutazioni del caso, sempre nell’arco di tempo dal 2004 a oggi, 160 di queste vittime sono state prese in carico e inserite in percorsi di integrazione sociale, che prevedono accoglienza in strutture, assistenza sanitaria, formazione linguistica e al lavoro, supporto giudiziario e qualora ce ne sia bisogno regolarizzazioni della presenza sul territorio italiano.

Per captare le varie situazioni problematiche, spesso molto sommerse, si sta cercando di creare una rete sempre più fitta che coinvolga un po’ tutti, dalle associazioni di volontariato ai sindacati e alle forze dell’ordine.

Tra le novità recenti c’è stata anche l’attivazione del progetto “Invisibile”, volto a scandagliare il fenomeno della prostituzione fuori dalla strada, quella che si svolge a porte chiuse. Un altro fronte a cui si sta prestando attenzione è la tutela dei transessuali ma anche dei loro clienti, per evitare la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili.

Per l’accoglienza di chi viene inserito nel programma di aiuto sono disponibili 9 posti in due appartamenti dedicati, uno per gli uomini e l’altro per le donne. Ma il nocciolo delle azioni messe in campo resta una variegata gamma di attività di inclusione, per fare recuperare gradualmente autonomia.

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