Cesena, Pompili re del ciclismo d’altri tempi: primo alla “Eroica” tra 8.328 in corsa

Cesena
  • 07 ottobre 2025

Alla presenza di big del ciclismo che fu, come De Vlaeminck, Tafi, Bennati e Bugno, il cesenate Marco Pompili ha tagliato per primo, a Gaiole in Chianti, il traguardo della “Eroica”, cicloturistica retrò corsa in sella a bici costruite prima del 1987, con fili dei freni esterni, cambi al tubo obliquo, pedali con le gabbiette, e percorrendo strade bianche con addosso le maglie di lana di un tempo. Alla partenza della 28ª edizione, nello scorso fine settimana, si sono presentati in 8.328, tra cui 1.111 donne, provenienti da 51 Paesi. E alla sua quinta partecipazione, dopo il primo assaggio nel 1998, quando i corridori erano solo 153 e si piazzò al nono posto, il cicloamatore di Ponte Pietra ha battuto tutti.

«“L’Eroica” non è una gara competitiva, o meglio non dovrebbe esserlo – premette Pompili –. Ma si sa che quando ci si mette in sella con un numero attaccato sulla schiena anche la passeggiata domenicale con gli amici del bar diventa una corsa a chi arriva primo».

Poi racconta la corsa che ha vinto: «Quando siamo partiti ancora prima dell’alba, c’erano zero gradi con una umidità pazzesca. Le prime due ore sono state interminabili. Il freddo mi aveva fatto perdere la sensibilità delle dita dei piedi e delle mani. In gruppo non volava una mosca, c’era un silenzio assordante si sentiva solo il rumore delle ruote sulla ghiaia e lo stridio delle catene che scorrevano nei cambi. Giustamente, se si chiama “Eroica”, ci deve essere un motivo. All’inizio della salita più dura quelle delle S.Marie, con 10 chilometri di strada bianca, mi hanno detto che ero il primo assoluto. Ho proceduto con ritmo regolare fino alla vetta e ho scollinato tutto solo. A 2 chilometri dall’arrivo ho riconosciuto davanti a me Giancarlo Brocci, l’inventore della “Eroica”, che stava rientrando in bici a Gaiole. Ho rallentato per salutarlo, ci siamo scambiati alcune battute e poi lui, con mio grande stupore, mi ha chiesto se poteva giungere al traguardo assieme a me. Naturalmente ho risposto sì: è stato un onore per me essere scortato negli ultimi metri dal “padrone di casa”. All’arrivo, finalmente, il sole ci ha scaldato i corpi ancora intirizziti dal freddo della mattina e dalle fatiche della gara. E adesso penso già alla prossima “Eroica”».

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