Cesena, pillola abortiva: quattro associazioni protestano per manifesti allarmisti e criticano il sindaco per averli lasciati affiggere

Cesena
  • 27 giugno 2025

I manifesti allarmisti dei Pro Vita contro la pillola abortiva Ru-486 non vanno giù a quattro associazioni del mondo culturale della sinistra e scatenano tensioni col sindaco, per il suo no alla richiesta di impedire l’affissione di messaggi di quel tipo. Una posizione espressa in un incontro faccia a faccia, anche se resta aperta, come ha detto l’assessora Giorgia Macrelli e come ha confermato lo stesso Enzo Lattuca, per una modifica del regolamento comunale relativo alle affissioni, introducendo limitazioni.

I manifesti di Pro Vita & Famiglia apparsi nei giorni scorsi prendono di mira il diritto all’aborto e l’utilizzo della pillola Ru-486, elencando una lunga lista di gravi effetti collaterali con cui rischierebbe di fare i conti chi la assume.

“Spazio Caracol”, “Ipazia Liberedonne”, “Rimbaud Lgbtqia+” e “Fridays for future Cesena” contestano la scelta di lasciare appendere quei manifesti, e altri che di recente avevano individuato come bersaglio le persone trans. Fanno notare tra l’altro che alcuni Comuni come Rimini e Riccione sono intervenuti per impedirne l’affissione.

Invece, a Cesena - denunciano - la segnalazione fatta su quanto stava accadendo è stata prima ignorata col «silenzio, discriminando per l’ennesima volta comunità già marginalizzate» e poi il sindaco Lattuca, in un incontro avuto con rappresentanti di “Spazio Caracol”, “Ipazia Liberedonne”, “Rimbaud Lgbtqia*” e Fondamenta-Alleanza Verdi e Sinistra, ha detto che non voleva “censurare” messaggi che non considera discriminatori e offensivi.

«È inaccettabile che l’amministrazione scelga di voltarsi dall’altra parte nascondendosi dietro alla tanto decantata libertà di espressione e mancando di tutelare un’intera fetta di popolazione che da questi messaggi, e da tanti altri, è colpita ogni giorno - dicono da “Spazio Caracol”, “Ipazia Liberedonne”, “Rimbaud Lgbtqia+” e “Fridays for future” - È inaccettabile che associazioni antiabortiste possano continuare a occupare lo spazio pubblico divulgando informazioni sbagliate o parziali, senza subire nessuna conseguenza e, anzi, con la tacita complicità di chi dovrebbe garantire a tutte e tuttiə la tranquillità di attraversare gli spazi cittadini senza sentirsi minacciate o minacciati. Va difeso per chiunque il diritto di sentirsi al sicuro quando si attraversa la città, senza essere additato per l’orientamento sessuale, l’identità di genere, la razza, la scelta di essere o non essere madri, la religione. Se è vero che le battaglie non si vincono staccando manifesti, non si vincono nemmeno voltandosi dall’altra parte e fingendo che tutto vada bene».

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