«Definire quanto accaduto una semplice rissa è un esercizio da azzeccagarbugli. Al pronto soccorso ne è finito uno solo, con ossa rotte e denti caduti. La violenza di gruppo non è una scazzottata tra ragazzi: è un atto collettivo, contro una persona sola». Sono le parole nette dette oggi, in Consiglio comunale, dal sindaco Enzo Lattuca, a proposito dell’aggressione fatta nella notte tra l’11 e il 12 ottobre da un gruppo di una quarantina di persone ai danni di un 30enne italiano di origine albanese, in pieno centro. Il primo cittadino cesenate ha sottolineato: «Non considero un problema in sé se un gruppo veste di nero ma il saluto romano, inneggiare “Duce, duce!” e le scritte “Gioventù folgorante” sulle magliette parlano da sé. Questi elementi, uniti ai fatti, delineano una venatura chiaramente politica di un gruppo che si cela dietro il tifo organizzato. Tecnicamente, è squadrismo attaccare in tanti una sola persona e inneggiare al duce». Da qui l’invito fermo rivolto a tutte le forze politiche: «Questo fenomeno non può essere banalizzato. Anche se il richiamo a certi simboli non fosse pienamente consapevole, dobbiamo porci il problema. Gli elementi oggettivi già noti sono di grande gravità, inediti nella storia recente di Cesena. Chiedo e spero che il Consiglio comunale prenda una posizione ferma, pur nell’attesa di tutti gli accertamenti. Se i fatti verranno confermati, questa dovrà essere la nostra posizione comune: condanna unanime, senza minimizzare. Il silenzio è dei colpevoli».
Cesena, picchiato in centro da squadraccia di 40 fans del duce. Il sindaco Lattuca: «Violenza politica, la condanna sia unanime»