Cesena, pestato al parco e morto una settimana dopo: funerale fissato a martedì, aggressore nei guai anche per violenze alla ex

In attesa di fare chiarezza sulla morte del 58enne cesenate Roberto Donini - per capire se ci sia una connessione causale tra il decesso e le botte che aveva preso una settimana prima per difendere la sua convivente Alessia Porcelli durante una lite al parco con uno sbandato senza fissa dimora - il 30enne indagato per omicidio deve anche rispondere di un’altra grave accusa per vicende degli anni passati.
Accuse di violenze alla ex
Mentre in passato in tribunale a Ravenna era stato prosciolto dall’accusa di violenza sessuale, a Forlì è pendente davanti al giudice Massimo De Paoli una richiesta di rinvio a giudizio per maltrattamenti in famiglia contro la sua ex compagna, difesa dall’avvocata Eleonora Montaletti. Ma nonostante se ne vada in giro tenendo comportamenti aggressivi e sebbene diverse persone lo vedano quotidianamente dormire sotto il viadotto Kennedy, è tutto in sospeso, in quanto Tarek Amida Giuma, per la polizia risulta irreperibile.
Fissato il funerale
Intanto ieri è arrivato il via libera allo sblocco della salma di Roberto Donini ed è stato possibile fissare il funerale. Sarà celebrato martedì prossimo, alle 10, nella chiesa di Diolaguardia e a seguire ci sarà la sepoltura in terra nel cimitero di quella località, dove riposano già i familiari dell’uomo, che avevano lì le loro radici.
L’autopsia
Sotto la lente degli inquirenti c’è innanzitutto quanto accaduto nella tarda serata del 4 maggio scorso. Sarà però decisiva per determinare la direzione che prenderà l’indagine la relazione scritta di chi ha effettuato l’autopsia, richiesta per capire se l’emorragia interna diventata letale possa essere ricollegabile ai traumi riportati a seguito dell’aggressione. La pm Susanna Leonarduzzi ha aperto un fascicolo e affidato all’anatomopatologo Filippo Pirani l’esame approfondito sul cadavere della vittima, che è già stato eseguito.
L’aggressione al parco
Il 58enne si trovava insieme alla propria convivente di 51 anni su una panchina nel parco tra viale Marconi, viale Abruzzi, via Lucania e via Fratelli Spazzoli, quasi di fronte del bar “Bianconero”. A un certo punto, i due sono stati avvicinati da un uomo a loro noto e conosciuto anche dalle forze dell’ordine, in quanto dedito a piccoli furti. La donna lo ha rimbrottato accusandolo di averle rubato il telefonino alcuni giorni prima. Lui ha risposto che si era presentato proprio per restituirglielo. Il clima si è surriscaldato e Tarek Amida Giuma ha dato uno spintone alla 51enne, facendola cadere per terra. Roberto Donini ha reagito ed è stato colpito dall’uomo, a quanto pare anche con una grossa tenaglia di ferro, e poi è stato preso pure a calci mentre era a terra. Dopodìché l’aggressore è scappato e il malcapitato è stato portato in ambulanza al Bufalini, con una profonda ferita a una gamba. Dopo la medicazione, è stato dimesso con una prognosi di sette giorni, pochi per potere far scattare un’eventuale indagine senza una querela di parte.
Il decesso
Dopo alcuni giorni, le condizioni di salute di Donini sono però peggiorate, con forti dolori soprattutto all’altezza dei fianchi e della schiena. Sintomi che però potrebbero dipendere da un tumore con cui il 58enne faceva i conti da tempo. Domenica scorsa la situazione è precipitata, con conseguente ricovero al Bufalini, dove è stata ipotizzata una frattura pancreatica ormai irreversibile. All’alba del giorno seguente è sopraggiunta la morte.