Cesena, Patrignani: “Creare un ambiente più favorevole ai negozi di prossimità”

“Serve a Cesena un ambiente più favorevole ai negozi di prossimità e occorre anche proseguire nel processo di innovazione da parte loro”. Lo sottolinea il presidente di Confcommercio cesenate Augusto Patrignani. “L’e-commerce è sempre più agguerrito e la domanda che molti si pongono - osserva Patrignani - è che cosa possono fare i piccoli esercizi. Una chiave è l’integrazione tra fisico e digitale, sfruttando strumenti come il social commerce, ovvero la vendita di prodotti e servizi direttamente attraverso i social media, la vendita online locale e le piattaforme di prossimità. In ogni caso, i piccoli esercizi devono puntare su ciò che l’e-commerce non può offrire: rapporto umano, personalizzazione e servizi di qualità. In altre parole, occorre innovare, ma senza rinunciare all’identità: l’esperienza in negozio, la fiducia e il valore del territorio restano fattori insostituibili. Servono però anche politiche adeguate per garantire una concorrenza leale, perché non possiamo avere regole diverse per chi vende online e per chi tiene aperto un negozio fisico. Il commercio di prossimità è parte del tessuto sociale delle città e va tutelato con investimenti e strategie mirate».
«I consumatori - prosegue Patrignani - hanno una grande libertà di scelta. Mantenere il pluralismo distributivo é fondamentale, ma serve un equilibrio tra grande distribuzione e commercio di prossimità, entrambi essenziali per il tessuto economico e sociale. I piccoli negozi offrono valore aggiunto in termini di qualità, servizio e legame con il territorio, ma hanno bisogno di condizioni di concorrenza eque. Per questo, Confcommercio chiede politiche che sostengano la vitalità del commercio di vicinato, con incentivi alla digitalizzazione, alla rigenerazione urbana e alla fiscalità equa, per evitare distorsioni che favoriscano solo le grandi dimensioni o i grandi gruppi».
“Confcommercio - afferma il presidente - è impegnata per la rigenerazione urbana, recentemente contro la desertificazione commerciale. Tra il 2012 e i12024, in Italia, sono spariti quasi 8.000 negozi al dettaglio e 23.000 attività di commercio ambulante, un fenomeno che colpisce in particolare i centri storici. Questa contrazione dei negozi è accompagnata da un’analoga riduzione del numero di sportelli bancari: si profila un reale pericolo di trasformare la desertificazione commerciale in un vero e proprio declino delle città. E un fenomeno che va contrastato con urgenza, ribadendo la funzione sociale dei negozi».