Cesena, nuova pinacoteca: approvato il progetto esecutivo da 7,2 milioni, caccia ad altri finanziamenti

A più di due anni e mezzo di distanza dall’approvazione del progetto definitivo da parte della Giunta, è stata definitivamente spianata la strada che porterà al lancio della procedura d’appalto per affidare i lavori per realizzare una nuova pinacoteca a Palazzo Oir. Nelle settimane scorse il dirigente del Servizio Edilizia pubblica del Comune ha messo il bollino anche sul progetto esecutivo. E ha approvato il disciplinare di gara preliminare alla presentazione delle offerte da parte delle imprese interessate a occuparsi della ristrutturazione, del restauro, del consolidamento e del recupero dei locali situati sotto il porticato lungo corso Garibaldi. Al momento la prospettiva è di completare i lavori entro la fine del 2027.
Perle artistiche da esporre
In quegli spazi dovrà trovare spazio la collezione d’arte antica, che può contare su pezzi pregiatissimi, d’epoca compresa tra il Quattrocento e il Settecento, acquisiti nel tempo dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena (i primi alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso), a cui se ne aggiungono alcuni passati nelle mani di Crèdit Agricole. Quei dipinti, che sono 82, saranno poi integrati dalle opere di maggiore interesse che fanno parte della pinacoteca comunale: ne dovrebbero essere selezionate una sessantina. In tutto, saranno dunque circa 140 i capolavori che potranno essere ammirati nella futura pinacoteca.
I pareri favorevoli al progetto da parte degli enti coinvolti, dalla Soprintendenza ai vigili del fuoco fino a Hera, erano già arrivati da parecchi mesi. L’ultimo nulla osta, dato dalla società multiutility, risaliva allo scorso settembre. Nell’atto dirigenziale messo a punto a Palazzo Albornoz si è anche precisato che l’intervento ormai vicino, del costo base di 7 milioni e 190mila euro (che probabilmente sarà un po’ alleggerito dai ribassi che saranno offerti in sede di gara d’appalto) non sarà suddivisibile in lotti. Si è infatti chiarito che i lavori da realizzare sono interdipendenti e avranno una funzionalità «solo se unitariamente considerati», con la conseguenza che servirà «un intervento con carattere unitario, omogeneo e coerente con il contesto».
Un lungo cammino
C’è l’obbligo di rispettare vincoli piuttosto stringenti, perché si sta parlando di un palazzo sotto tutela per il suo valore storico e architettonico. Costruito tra il 1776 e il 1795, sorse sulle ceneri del quattrocentesco ospedale del Crocefisso e conservò a lungo quelle funzioni di cura per poi essere usato anche come bretotrofio dove si allevavano i neonati illegittimi o abbandonati. In tempi molto più recenti aveva ospitato uffici dirigenziali e amministrativi dell’Ausl.
Prima di ottenere la necessaria potenza di fuoco finanziaria grazie al finanziamento concesso fin dal 2020 dall’ex ministro Franceschini, e successivamente rimpinguato con altri fondi sempre da Roma, il Comune aveva acquisito l’immobile (ceduto in donazione dalla Fondazione Carisp nell’ottobre 2019, dopo che questa lo aveva acquistato nel 2007). Poi ha attivato anche le procedure per espropriare una proprietà privata, quella al civico 10 di corso Garibaldi, occupata dall’agenzia immobiliare “Il Quadrifoglio”. È stata una addizione necessaria principalmente per potere installare un ascensore.
Caccia ad altri finanziamenti
Per la precisione, le fonti da cui arrivano le risorse necessarie per il progetto sono quattro: 1,2 milioni tramite un mutuo contratto con l’Istituto di Credito Sportivo; 5.5 milioni da contributi statali accertati; 10mila euro da oneri di urbanizzazione; 480mila euro dalle casse comunali, precisamente dal Fondo pluriennale vincolato in conto capitale. Ma qualche settimana fa l’amministrazione comunale ha deciso di provare a ottenere altre risorse da un bando della Regione che sembra perfetto per questo tipo di progetto, visto che riguarda interventi di consolidamento e valorizzazione del patrimonio architettonico storico e contemporaneo a destinazione culturale. Ha perciò predisposto lo schema d’accordo necessario per chiedere di accedere a finanziamenti che permetterebbero di non fare gravare la nuova pinacoteca sulle casse comunali neppure in minima parte.