Cesena, Novello: gara d’appalto da rifare. Fabrica ha rescisso il contratto con Petas

Quella che già da qualche settimana sembrava la conseguenza più probabile della situazione di stallo in cui si trova cantiere Novello, ieri è diventata ufficiale: Fabrica sgr ha rescisso il contratto con Petas la ditta che si era aggiudicata l’appalto.
Lo ha riferito mercoledì sera l’assessore Camillo Acerbi nel corso della seduta delle commissioni 1 e 2, fortemente voluta dalle forze di opposizione per avere un aggiornamento del progetto Novello. Alla Commissione era stata invitata anche Fabrica che però ha declinato l’invito dei due presidenti di commissione Andrea Imperato (FdI) e Michele Manuzzi (Cesena 2024), proprio alla luce della delicata situazione che comporta il conflitto con la ditta appaltatrice e più in generale, così aveva spiegato il fund manager Paolo Fiore ai presidenti in una lettera, per via della natura stessa del fondo e delle norme che lo regolano.
Su quest’ultimo punto si è soffermata l’assessora Cristina Mazzoni, coadiuvata da remoto dall’avvocato Tommaso Bonetti, consulente giuridico dell’Ufficio di Piano. «Il comune di Cesena - ha spiegato Mazzoni - è, insieme a Cassa Depositi e Prestiti e per una piccola porzione alla Bcc, uno dei sottoscrittori del fondo Novello. Il soggetto attuatore è Fabrica Sgr». La differenza di ruolo è sostanziale e si accompagna anche in forme di controllo più limitate (o per lo meno più rigide) per i sottoscrittori che valgono per il Comune di Cesena, che al fondo porta in dote il terreno valutato 10,7 milioni di euro, e per Cassa Depositi e Prestiti che nell’operazione ha investito 43 milioni di euro. Entrambi fanno parte del Comitato consultivo (dove per il Comune siede il dirigente Stefano Severi) ed è attraverso l’attività di advisory, che si esercita quando l’apposito comitato si riunisce, o nelle fasi di revisione del business plan che i soci esercitano la funzione di controllo. «Agli occhi degli uffici comunali quello del Novello è uguale a un cantiere privato», prova a semplificare Mazzoni nel tentativo di chiarire ulteriormente la peculiarità di quel cantiere.
A beneficio di consiglieri e commissari Acerbi e Mazzoni hanno ripercorso la storia del fondo e gli sviluppo più recenti, quelli che hanno portato allo stallo di oggi: il ritiro della prima ditta, la Ricci prima dell’inizio dei lavori, e la nuova gara di appalto con cui è stata individuata Petas. I ritrovamenti archeologici, quelli bellici e il ritrovamento di una fogna in esercizio non mappata che insieme hanno comportato maggiori costi per 1,3 milioni di euro ma non hanno rallentato i lavori (siamo nell’autunno del 2021), poi (è la primavera 2022) l’invasione della Russia in Ucraina, l’aumento dei costi energetici e dei materiali, tutti elementi che hanno portato a inizio 2023 a rivedere il Business plan. «In quella sede il valore di costruzione è stato portato da 1200 a 1900 euro al metro quadro per effetto dell’aggiornamento dei prezziari - ha spiegato Acerbi -, ma il problema si è posto quando la ditta ha formalizzato una richiesta molto più ampia: 2700 euro al metro quadro, così riferisce Fabrica. Una richiesta irricevibile che dopo mesi di tira e molla ha portato alla risoluzione da parte di Fabrica del contratto con Petas, e che ora comporta la necessità di una nuova più complessa anche per via di questo contenzioso, gara d’appalto».
Da parte delle opposizioni c’è chi come Csn contesta la scelta “originale” di ricorrere a un’operazione finanziaria per dare risposta al bisogno abitativo. Dall’altra Lega e Fratelli d’Italia hanno incalzato l’amministrazione denunciando «la mancanza di un piano B» per risolvere il problema abitativo. A più riprese i commissari di opposizione hanno insinuato che dietro la richiesta così cospicua da parte di Petas non si nascondano «problemi di cui noi non siamo a conoscenza», tornando a dare spazio alla voce di problemi strutturali di progettazione, ma ancora una volta, come già fatto in passato, Mazzoni ha chiarito che le uniche carenze progettali constatate da Fabrica riguardano la media struttura di vendita e degli impianti su cui è stata avviata una verifica e contestualmente mandata una lettera di contestazione alla ditta che se ne è occupata.