Cesena, mura malatestiane da recuperare: il progetto c’è ma servono 20 milioni

Servirebbero più di 20 milioni di euro per procedere al recupero della cinta muraria malatestiana di Cesena. E questo significa che questa idea, per la quale fin dalla metà degli anni Ottanta si stesero studi preliminari all’intervento, potrà diventare realtà solo se si troveranno corposi finanziamenti esterni grazie a qualche bando, di respiro europeo, statale o regionale, che apra le porte a questa opportunità. È infatti impensabile che nel Piano investimenti del Comune si possa inserire una voce di spesa così imponente. Intanto, però, c’è una base che fa sì che questo piano ambizioso non sia solo roba da “libro dei sogni”. Nell’estate del 2021 fu infatti approvato un protocollo d’intesa fra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio Cesena proprio per il recupero e la valorizzazione delle mura malatestiane cittadine. Quella collaborazione ha permesso di acquisire un progetto di fattibilità per il restauro conservativo e la valorizzazione del sistema fortificato rinascimentale. E questa è appunto la base di partenza per mettersi a caccia di finanziamenti.
A fare il punto sul possibile recupero di quello che è un tesoro del Quattrocento rimasto in gran parte intatto è stato l’assessore alla Cultura, Camillo Acerbi. Lo stimolo è stato offerto da un’interrogazione sull’ex rifugio antiaereo della rocca, che è stata presentata da Enrico Castagnoli, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. Nel fare il punto, si è fatto anche un aggiornamento sulle prospettive delle fortificazioni volute da Malatesta, che nonostante le modifiche subite nel corso dei secoli conservano ancora, in buona parte, la struttura originaria. E hanno anche perle storiche-architettoniche, come Porta Fiume, l’ex lazzaretto e la portaccia, che le impreziosiscono, anche se oggi sono in stato di degrado e inutilizzate o quasi.
Da oltre quarant’anni l’architetto Pino Montalti studia la cinta muraria e ne sollecita il restauro e la valorizzazione e il suo sogno ha sempre trovato sostenitori anche in associazioni culturali come Italia Nostra. La volontà politica di restituire centralità a quell’elemento identitario non è mai mancata, ma si è finora infranta contro la necessità di procurarsi risorse economiche enormi per passare dalle parole ai fatti.
Il perimetro delle mura, senza considerare le interruzioni, è lungo 3.430 metri e, mentre è ancora in discrete condizioni nel tratto lungo viale Carducci e via Gaspare Finali, è in uno stato di incuria in altri punti, come la zona di via Padre Vicinio da Sarsina. Altre volte, come sul lato dei giardini Serravalle che guarda verso il centro, c’è una scarsa consapevolezza del valore storico di quei mattoni, trattati come normali muri, che qua e là sono stati anche imbrattati con scritte.