C’è una crescente fame di verde, e in particolare di alberi, sia per migliorare la qualità della vita quotidiana, sia per la necessità di contrastare, grazie all’assorbimento dell’anidride carbonica, il galoppante surriscaldamento del pianeta, coi cataclismi climatici connessi, e per bonificare l’ormai cronico inquinamento dell’aria che si respira. Un appello ad aumentare rapidamente e in misura massiccia il numero di piante è stato lanciato di recente, con toni molto allarmanti, dallo scienziato Stefano Mancuso, nel corso del “Macrolibrarsi Fest”, al Centro congressi del polo fieristico a Pievesestina. Un atto comunale approvato alcuni giorni fa mette a nudo qual è uno dei freni all’accelerazione che sarebbe necessaria per andare nella direzione indicata. Il problema non è tanto il costo per creare parchi ed effettuare piantumazioni, anche se certi progetti sono sorprendentemente dispendiosi rispetto a quel che si pensa (nelle scorse settimane il Comune ha annunciato la messa a dimora di 200 nuovi alberi in modo diffuso in vari quartieri, per un investimento totale di ben 228mila euro) ma la spesa costante necessaria per prendersene cura.
Alla fine dell’anno in corso scadrà l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria del verde che fu fatto nel 2022, relativo al periodo dalla metà di quell’anno fino al 31 dicembre 2025. Ad aggiudicarsi il servizio per quei 42 mesi fu il Consorzio Cfa, cooperativa sociale con sede a Pievesestina, per un importo complessivo netto di 3 milioni e 627mila euro più iva. Per l’esecuzione materiale degli interventi manutentivi il consorzio si sta avvalendo di quattro ditte: la cooperativa sociale Cils e Formula Ambiente, entrambe cesenati, la cooperativa sociale “Il Mandorlo” di Roncofreddo e la cooperativa territorio ambiente montano Acquacheta Rabbi Cta di Premilcuore.
Adesso è giunta l’ora di prepararsi a riaffidare il servizio, per una durata di altri 3 anni e mezzo, a partire dal 1° gennaio 2026 e fino al 30 giugno 2029. Il costo previsto è lievitato a 3 milioni e 818mila euro, sempre esclusa iva (calcolando quella, si sale a 4 milioni e 653mila euro). Si spenderanno dunque quasi 200mila euro in più.
Facendo due conti, la manutenzione del verde pubblico verrà a costare circa 91mila euro al mese (oltre 110mila conteggiando l’iva). Un onere non da poco per le casse municipali.
Per la verità, va detto che questa cifra include opere non prettamente legate al verde pubblico, che sul territorio comunale occupa una superficie di 430 ettari, equivalenti a circa 600 campi di calcio, senza contare le pertinenze scolastiche. Per esempio, sono previste spese di 24mila euro all’anno per i giochi negli spazi aperti dei nidi e delle scuole dell’infanzia e 22mila per la gestione dei bagni pubblici. Resta però il fatto che tenere in condizioni decenti questo patrimonio green (e nonostante tutto, tanti cittadini si lamentano spesso dell’incuria) comporta costi onerosi: tanto per dare l’idea, le manutenzioni di questo tipo nel solo parco di Villa Silvia richiedono oltre 10mila euro all’anno.
Anche per questa ragione, l’aumento del patrimonio arboreo (dal 2019 al 2024 si sono piantati 5.155 nuovi alberi, ma bisogna tenere conto di quelli tagliati e di quelli che poi non sopravvivono) procede a un ritmo inferiore rispetto a quanto servirebbe e alle sollecitazioni sempre più forti e numerose che arrivano dai cittadini.