Sembra molto in salita la lotta sindacale dei lavoratori del sito aziendale della “Gruber Logistics”, a Pievesestina, davanti alla decisione del colosso della logistica di cessare l’attività. Un percorso che dovrebbe essere portato a compimento entro il 20 gennaio, ma che la proprietà intende ultimare già prima di Natale, alla data del 20 dicembre. Ieri i venti dipendenti del sito di via delle Pesche, 635, hanno scioperato e organizzato nella mattinata un presidio lì davanti, supportati dai tre sindacati confederali di categoria e con la visita anche di Maria Giorgini, segretaria generale della Cgil provinciale. Poi c’è stato un incontro tra i rappresentanti di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti e quelli della “Gruber”. Ma le cose - fa capire Luigi Montesano, della Cgil - sono andate tutt’altro che bene. Le uniche aperture che sarebbero state fatte dai datori di lavoro sono relative a modesti incentivi economici all’esodo, su cui ci può forse essere qualche margine di manovra sull’entità, e sulla ricollocazione, ma al momento senza dettagliare dove, come e quando, di un paio di impiegate. Per le altre 8, così come per 6 magazzinieri e 4 autisti, su cui incombono i licenziamenti, non ci sarebbero speranze di mantenere il proprio posto. C’è poi il capitolo non trascurabile dei piccoli trasportatori locali che lavorano con partita Iva ma sono legati a doppio filo all’attività che sembra sul punto di essere smantellata. Ci si è riaggiornati a domani per un nuovo incontro tra sindacati e azienda, ma l’aria è pesante.
Parallelamente, è stata sondata la disponibilità del Comune ad attivare un tavolo di crisi istituzionale e l’assessore al Lavoro, Lorenzo Plumari, si è detto pronto a «fare tutto il possibile, in un contesto di quel genere, in caso di richiesta (che dovrebbe essere inoltrata dai sindacati già oggi, a tutti i livelli istituzionali, ndr), per avere la massima chiarezza e cercare una soluzione».
Un coinvolgimento degli amministratori locali viene considerato opportuno anche perché della partita fa parte, seppure non direttamente, anche un’impresa simbolo del territorio: Orogel. Il capannone in fase di chiusura (e a quanto pare, senza possibilità o volontà di affittarne uno sostitutivo) sarebbe stato infatti acquistato da quella realtà del settore ortofrutticolo per realizzarci un innovativo progetto di automazione, finanziato anche con 15 milioni di euro di fondi pubblici del Pnrr. E un effetto secondario del progetto è diventato il licenziamento di 20 addetti di “Gruber”, dopo che questa, quattro anni fa, aveva acquisito “Combitras”.