Cesena, lettera del vescovo Caiazzo: “A scuola il sapere che si acquisisce diventa ricchezza da condividere”

In occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, il vescovo di Cesena-Sarsina Antonio Giuseppe Caiazzo ha scritto una accorata lettera aperta a studenti e docenti.
La lettera del vescovo
“Carissimi studenti, stimatissimi docenti,
ho sempre vissuto l’inizio del nuovo anno scolastico come momento d’incontro con il mondo della scuola. Da parroco, in Calabria, al mattino presto del primo giorno di scuola solevo accogliere in chiesa genitori, ragazzi e giovani studenti, insegnanti e maestri per un momento di preghiera e per impartire loro la benedizione. Da vescovo, in Basilicata, scrivevo una lettera di augurio per il nuovo anno a tutto il mondo della scuola.
Quest’anno, il primo in terra di Romagna, sento di indirizzare non un semplice augurio ma un invito a sentirci tutti, vescovo, docenti e alunni, studenti per sempre, per tutta la vita.
Tante emergenze, in questi ultimi tempi, stanno affaticando i nostri pensieri e i nostri cuori, intrappolati in una spirale priva di fiducia e speranza.
Dopo aver sperimentato l’ansia e la fragilità a causa della pandemia di alcuni anni or sono, ora, come se quel momento così triste non ci avesse insegnato nulla, stiamo assistendo al grido della terra che è stanca di accogliere il sangue di vittime innocenti in Palestina, in Ucraina e in altre parti del mondo in cui le guerre sono dimenticate. E’ stanca la terra ma, in questa fragilità, tutti siamo chiamati a sentirci protagonisti per mettere le basi sulle macerie che la potenza economica e il potere politico hanno procurato, e costruire invece una civiltà nuova, fatta di ponti che congiungono, di strade che collegano, abbattendo steccati e muri che dividono.
Tanti vostri volti ormai li conosco; con diversi di voi ho avuto modo di confrontarmi, ascoltarvi, relazionarmi. Dico di più: colgo tutta la vostra voglia di allargare relazioni che permettano a tutti di crescere insieme.
Il mondo della scuola viene in nostro soccorso per aiutare a crescere non solo nella conoscenza di nozioni, ma nei rapporti umani e nell’impegno di quel bene comune che sa difendere la dignità della persona contro ogni forma di ingiustizia e discriminazione, cancrene che alimentano il male e che distruggono la convivenza di culture diverse.
È a scuola che si pongono le basi per costruire il proprio futuro. Il sapere che si acquisisce, diventa ricchezza da condividere e da mettere a disposizione degli altri. Chi non intende alimentare la propria crescita, non può mai donare nulla all’altro.
Mi piace riportare questo pensiero di Massimo Recalcati quando dice: “Non esiste insegnamento senza amore. Ogni Maestro che sia degno di questo nome sa muovere l’amore, è profondamente erotico, è in grado di generare quel trasporto che in psicoanalisi chiamiamo “trasformare transfert”... L’apprendimento non è pura ripetizione, plagio, sapere “morto” senza vita. L’insegnamento implica, per usare la metafora dell’amore, la trasformazione del soggetto che ascolta in soggetto attivo”.
A maggior ragione diciamo che non esiste il pensiero unico, spesso alla base di ogni forma dittatoriale. La scuola esiste perché sa cogliere le potenzialità di ogni ragazzo, offrendogli stimoli culturali e di riflessione, costruendo percorsi educativi e formativi che siano di sostegno emotivo in una fascia di età fragile e condizionabile. Spetta alla scuola ampliare i confini e gli orizzonti culturali e di senso, capaci di stimolare curiosità, fantasia, creatività. Tali elementi sono lo spirito propulsore per comprendere la bellezza della vita, cogliere le opportunità e stimolare la realizzazione dei propri sogni e desideri.
Papa Leone XIV ci dice: “I giovani del nostro tempo, come quelli di ogni epoca, sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee. Lo si vede dalle cose meravigliose che sanno fare, in tanti campi. Hanno però anche loro bisogno di aiuto, per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che, pur in modo diverso rispetto al passato, ne può ancora impedire il sano sviluppo”.
Vi sono particolarmente vicino e se me ne verrà data l’opportunità e si creeranno le condizioni necessarie, così come ho fatto in questi anni, sarò ben lieto di venire a incontrarvi e stare con voi a dialogare nelle vostre scuole.
Come vostro pastore, nel rispetto della fede altrui, invoco la benedizione di Dio su tutti affidandovi alla Madonna, sede della sapienza”.