Cesena, lavoratori in lotta: chiesto “tavolo” in Regione. L’assessore Ferrini: «Capannone a Calisese chiuso per ferie, i picchetti non ostacolano attività»

Per la vertenza sindacale relativa a “Sofalegname-Gruppo 8”, che da Forlì è approdata anche a Cesena, a seguito del tentativo di spostare la produzione in un capannone a Calisese i Sudd Cobas hanno fatto partire ieri la richiesta ufficiale di convocare un Tavolo in Regione, con l’assessorato alla Sicurezza e Legalità del Lavoro ma anche le due amministrazioni comunali interessate, oltre alle controparti di “Sofalegname” e “Gruppo 8”.
L’assessore Ferrini
Al tempo stesso, anche l’assessore alla Legalità, Luca Ferrini, si dice disponibile ad attivare «un tavolo istituzionale di confronto in Comune a Cesena», partendo da un punto: «I lavoratori lamentano di non essere stati pagati per ore già lavorate e questo è un diritto elementare su cui non posso che essere solidale». Ma prima, aggiunge, «bisogna capire chi deve essere l’altro interlocutore a sedersi eventualmente a quel tavolo e verificare che sia quello reale». Più che mai visto che «già nello scorso settembre in quell’immobile a Calisese furono trovati lavoratori in nero». Perciò l’assessore annuncia che il Comune sta facendo «accertamenti» per verificare di chi è la proprietà del capannone e chi lo ha in uso. Intanto - aggiunge Ferrini, dopo avere fatto ieri mattina una visita sul posto, parlando anche coi rappresentanti dei lavoratori - è affisso un cartello che indica un periodo di ferie dall’1 al 31 agosto» e quindi «non c’è alcuna interruzione di attività imprenditoriale e lavorativa. I picchetti si stanno svolgendo in modo pacifico all’esterno del capannone, sotto il controllo delle forze dell’ordine».
I Sudd Cobas
Per quel che riguarda il Tavolo regionale richiesto, i Sudd Cobas lo ritengono necessario per sventare «il rischio di una grave crisi occupazionale che potrebbe portare alla perdita del posto di lavoro per decine di lavoratori, ma soprattutto la difesa dei diritti e della dignità del lavoro nel comparto del mobile imbottito e più in generale in tutto il territorio». Sono convinti che «la vertenza non può continuare ad essere affrontata come problema di ordine pubblico in Prefettura e richiede un intervento delle istituzioni politiche ed amministrative del territorio». Poi descrivono così ciò che sta accadendo: «La spudorata violazione da parte delle aziende di tutto quanto previsto dall’accordo siglato lo scorso 20 luglio è di gravità assoluta. Il fatto che ad oggi i volumi di lavoro siano stati dirottati presso lo stabilimento di via Cavecchia 1437 a Cesena, già oggetto di controlli ispettivi che avevano rilevato lavoro nero e dormitori interni alla fabbrica, dimostra che la crisi occupazionale dei dipendenti è costruita arbitrariamente con l’unico obiettivo di abbassare i costi del lavoro affidandosi a terzisti che operano fuori dal rispetto dei contratti nazionali di lavoro e dei più elementari diritti dei lavoratori e obblighi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Si tratta di una “delocalizzazione in loco” che non può e non deve essere tollerata. L’ingiustizia che si sta consumando merita un intervento deciso da parte delle istituzioni».
Cocomerata informativa
La presenza dei lavoratori in lotta è stata accolta con empatia dai residenti e così, per domani alle 17.30, i Sudd Cobas hanno organizzato «un incontro con la comunità di Calisese per un aggiornamento sulla vertenza e una cocomerata». L’appuntamento è presso il picchetto di via Cavecchia 1437.
L’associazione Libera
L’associazione Libera, fondata da don Ciotti per lottare contro le mafie ma più in generale per i diritti e la legalità, si schiera «dalla parte dei lavoratori, sfruttati, trattati in modo indegno, come attestano le foto che mostrano dove venivano fatti dormire nella fabbrica a Forlì, e non pagati da giugno». A parlare è Franco Ronconi, timoniere provinciale del sodalizio che dice «basta con la tutela di chi ha di più, invece che dei più deboli». Poi annuncia che il 27 settembre Libera organizzerà un evento intitolato “Fame di verità e giustizia”, per approfondire il tema della sperazione delle carriere nella magistratura ma anche «per elencare 12 punti su cui c’è questa fame, e tra questi c’è il tema del lavoro offeso».
Fondamenta-Avs
Sul fronte politico, Fondamenta-Alleanza Verdi Sinistra afferma che «la vertenza che coinvolge decine di lavoratori nella filiera del mobile imbottito non è un semplice conflitto contrattuale. È una lotta di giustizia e di civiltà al centro del nostro territorio. Non possiamo accettare che nel 2025 esistano stabilimenti in cui si lavora per 12 ore al giorno, si dorme in alloggi improvvisati senza riscaldamento, si viene licenziati per aver preteso condizioni di lavoro dignitose, si resta mesi senza stipendio e senza contributi. Quanto emerso non è un’eccezione, ma un sistema corrotto, che va smantellato». Rappresentanti di Fondamenta-Avs hanno portato vicinanza e sostegno concreto ai picchetti dei lavoratori, andando sul posto.