Cesena, la Uil: “Bolkestein e concessioni, i lavoratori non siano merce di scambio”

“Gli effetti della Bolkestein, a cui si aggiunge il tema nuovo della possibilità di costruire piscine a ridosso del nostro mare occupano sempre più spazio nel dibattito pubblico. In realtà quella che manca è una vera visione di quale turismo vogliamo per la nostra riviera e quale qualità del lavoro vogliamo garantire ai giovani che vogliano cimentarsi in questo settore”.
Così il segretario della Uil Cesena Paolo Manzelli affronta l’annoso tema della Bolkestein.
“I temi delle concessioni balneari e la Bolkestein sono noti e arcinoti da oltre 17 anni - continua Manzelli - ome spesso accade però, il nostro è il Paese dei rinvii, per cui meglio rinviare le soluzioni e i problemi e nasconderli come la polvere sotto al tappeto piuttosto che affrontarli. Così anno dopo anno arriviamo con la solita politica tutta italiana “dell’eterno rinvio” ad oggi dove ormai la frittata è fatta e sempre nella logica tutta italiana non si pensa ad affrontare il problema dopo averlo rinviato ma a metterci una toppa con la politica che gioca rimpallandosi le responsabilità. Partiamo da una valutazione: il cosiddetto “sciopero” più di facciata che di sostanza delle settimane scorse dei titolari degli stabilimenti balneari è cosa ben diversa dagli scioperi dei lavoratori e dei pensionati che in questo Paese sono ancora gli unici a pagare il peso più grande in termini di perdita di potere d’acquisto e di pressione fiscale tutta, sempre, a loro carico!”.
“Il tema della tenuta della nostra imprenditoria - sottolinea Manzelli - è un tema reale e il rischio che il futuro delle nostre spiagge passi dai nostri imprenditori a realtà che non ci piacciono è reale ma inquadriamo la realtà per quella che è: Oggi questi imprenditori pagano canoni irrisori dove troppe volte abbiamo visto anche non applicate le regole di rispetto delle tutele dei lavoratori. E allora è vero che serve porre la massima attenzione alla situazione attuale ma il rispetto dei diritti dei lavoratori, dei loro contratti e il rispetto delle norme sul diritto del lavoro e per la sicurezza del lavoro devono essere tali a prescindere che nei bandi vengano previste clausole sociali a tutela del lavoro. Le norme e i contratti esistono già e dovere di un qualsivoglia datore di lavoro è rispettarli. Su questo tema, come sul tema della legalità e della buona imprenditoria, abbiamo più volte chiesto a tutte le associazioni di Categoria, anche con due iniziative pubbliche a Cesenatico, di incontrarsi per definire un protocollo del buon lavoro e della legalità. Lo abbiamo fatto più e più volte, l’ultima delle quali per tutta risposta abbiamo avuto una levata di scudi e un attacco frontale da parte delle associazioni di categoria. Ebbene la risposta che oggi diamo a quell’attacco è semplice e chiara: “male non fare paura non avere”. Ancora oggi siamo pronti ad un confronto che può mettere in fila i problemi locali e le esigenze tanto dei lavoratori quanto delle imprese del turismo partendo se necessario proprio da quelle balneari. Ma sui diritti non si tratta, i diritti si applicano così come i contratti di lavoro! La Uil nazionale ha lanciato la campagna “no ai lavoratori fantasma” proprio per contrastare il lavoro nero, lo sfruttamento del precariato e del sotto inquadramento dei lavoratori in tutti i settori produttivi, per quello che riguarda il nostro territorio e su questo tema noi andremo avanti perché i diritti dei lavoratori non sono merce di scambio”.