Cesena, la pasticceria Romagna compie 60 anni

Ieri la pasticceria Romagna di Villachiaviche ha compiuto 60 anni di attività. Un traguardo che non ha dimenticato il parroco don Daniele Bosi che alla storia della comunità e delle attività di Villachiaviche ha dedicato anche due pubblicazioni. Storie come questa gli stanno particolarmente a cuore proprio in vista di questa ricorrenza nei giorni scorsi ha incontrato Ezio Biguzzi, fondatore di quella che oggi è una delle pasticcerie più apprezzate della zona.
«Sono nato nel 1946 qui a Villachiaviche. Siccome non avevo passione per lo studio – ha raccontato Biguzzi a don Bosi – terminate le scuole medie andai a “scuola” per diventare pasticcere: per scuola intendo il lavoro direttamente in bottega, come si usava in quei tempi. A Cesenatico e a Riccione feci il “garzone” in diverse pasticcerie e qui imparai i segreti del mestiere. Iniziai la mia attività che avevo solamente 17 anni (in 60 anni come è cambiato il mondo!): aprii al pian terreno di casa nostra, in via Cervese, la mia pasticceria, proprio dove si trova ora. Valido aiuto fu il supporto di mia mamma. Le prime consegne, nei bar qui vicino le facevo con il mio ape car furgonato. Nel 1968 mi sono sposato con Nives, di Rimini, e sono nati tre figli: Emanuele, Enrico ed Elisabetta. Loro fin da piccoli sono stati partecipi del mio lavoro e pian piano ho lasciato a loro tutta la gestione. Il pasticcere al mio posto, oggi, è mio figlio Emanuele e l’altro figlio Enrico è la sua spalla destra, insieme alla nuora e alla figlia Elisabetta che sta al bar, oltre che a mia moglie sempre presente. In 60 anni ho “sposato” intere generazioni, “fatto il battesimo” dei figli, “sposati i figli” e “battezzato” i nipoti! Nel periodo dell’alluvione abbiamo fornito gratuitamente, ogni giorno per un mese, 300 paste agli alluvionati nella zona san Rocco». Biguzzi nella sua chiacchierata con Bosi ha ricordato anche dell’iniziale scetticismo dei suoi compaesani: «non si usava allora andare in pasticceria a fare colazione, e tanto meno qui in campagna. Qualcuno pensava che non sarei durato tanto». Nei primi anni tra i prodotti di punta c’erano biscotti, i “brazadel”, e le ciambelle. «Negli anni ’70 – ’90 i migliori ristoranti dell’Emilia Romagna, perfino da Bologna, si servivano da noi. Ho voluto sempre che il mio prodotto fosse di buona qualità e ancora oggi è così. La gente che viene da noi cerca questo. Il nostro prodotto è fresco ogni giorno: ogni mattina ripartiamo da zero».
Con la qualità a fare da filo conduttore, negli anni l’offerta si è evoluta: «Mi piacciono le cose buone e sono un po’ goloso - racconta un sorridente Ezio al parroco -, così nel tempo ho dato spazio alla fantasia e ho inventato nuovi prodotti, tra cui la brioche con la crema, che prima non si usava. Molto richiesta dai clienti, ancor oggi, è la mia zuppa inglese, che si produce ancora con la ricetta che feci in quel tempo. Altre mie invenzioni sono la canocchia, la mela e crema e le torte meringate. Mio figlio proseguì con altre invenzioni, tra cui la “crema e more”. Negli anni avrei potuto avvicinarmi al centro, scegliere una posizione migliore, ma credo non sia questo che conti, quanto piuttosto la qualità del prodotto. Molti dei pasticceri di Cesena che ora lavorano in proprio sono passati qui da me ed hanno imparato: un altro motivo d’orgoglio».