Cesena, la cultura si schiera con le Cucine Popolari: Mariangela Gualtieri: «Antidoto contro l’abbruttimento della nostra specie»



«Credevo fosse impossibile non rallegrarsi per l’attività delle Cucine Popolari a Cesena». È l’incipit di un messaggio fatto circolare da una voce potente del mondo culturale, quella di Mariangela Gualtieri, con un chiaro riferimento all’attacco sferrato da Fratelli d’Italia, nell’ultima seduta del Consiglio comunale, contro quel presidio solidale e il suo legame con Maria Elena Baredi, ora assessora, che ben prima di questo suo incarico ne è stata uno dei principali motori e ne è tuttora un’anima importante, come volontaria. A difesa di un luogo dove, grazie all’impegno di 200 persone generose e che credono nell’empatia umana e nella giustizia sociale, si sfamano quotidianamente 150 persone in media, in gran parte indigenti, interviene la famosa co-fondatrice del Teatro Valdoca e poeta.
La poeta
«È un tale regalo fatto alla città, un affaccendarsi di persone così entusiaste, così diverse fra loro per convinzioni, per cultura, per ambienti da cui provengono che mi sembra un miracolo il loro stare insieme - scrive Gualtieri, riferendosi alle Cucine - La qualità del loro fare è altissima, l’efficacia è sotto gli occhi di tutti, l’accoglienza, la leggerezza, il buon umore, la cura, tutto è al meglio». Poi si rivolge direttamente ai protagonisti e alle protagoniste di quell’esperienza: «Colgo l’occasione per ringraziarvi: vi guardo e penso che amo la vostra generosa operosità, inventiva e anche quella giusta dose di follia. Grazie Cucine! La cura degli altri che abbiamo in fondo delegato alle istituzioni, e che quasi non ci riguarda più, qui viene rimessa al centro del fare ed è senza dubbio esortazione per tutti ad essere migliori. Un antidoto potente all’abbruttimento preoccupante della nostra specie».
Ora dopo ora, sono diventati una valanga i messaggi di sostegno alle Cucine Popolari e di stima personale verso Maria Elena Baredi.
Lo storico
Sempre nel mondo culturale, Matteo Banzola, storico di Granarolo, nel Faentino, che alle Cucine Popolari ha tenuto una affollatissima lezione sullo “sfamo della popolazione”, ha scritto un messaggio per evidenziare il valore di quel progetto e ciò che ci sta dietro. «Baredi è stata accusata esattamente di quel che un politico ha l’obbligo di fare: affrontare e risolvere problemi - ha scritto tra le altre cose - E le Cucine Popolari, con la loro stessa esistenza, testimoniano un problema enorme, drammatico e diffuso: quello della povertà e delle difficoltà di alimentarsi». Poi ha aggiunto: «Fratelli d’Italia parla di “carità”, quando invece consumare pasti nutrienti e gustosi dovrebbe essere un diritto acquisito da tutti e per tutti». E, ancora: «Viviamo in tempi bui, in tempi molto cupi. Ma viviamo anche in una terra che ha saputo splendere, che non ha lasciato indietro nessuno. Le Cucine Popolari sono lì a dimostrarlo: centinaia di volontari e donatori generosi e soprattutto consapevoli, che non si girano dall’altra parte; che non ci stanno a restare inermi di fronte a forse la più grave delle ingiustizie si sono mobilitati e le hanno create. Ciò significa che questa terra genera ancora, in questi tempi difficilissimi e terribili, belle persone; donne e uomini con la schiena dritta che vogliono un mondo migliore, un paese migliore, una città migliore, e lo fanno». Infine, un appello: «È il momento di tornare a fare fronte comune, di mobilitarsi davanti a chi vorrebbe imporre modelli autoritari, antidemocratici e che creano esclusione ed emarginazione: partiti, sindacati, associazioni, movimenti, e tutti coloro che hanno a cuore i valori della nostra Costituzione devono mettere da parte divergenze e unirsi. Sono i tempi che lo impongono: ci vorrebbero sudditi, ma siamo cittadini».
Il pensatoio
L’associazione “La Parola”, che pubblica l’omonima rivista, ricorda che «il Comune non ha mai sovvenzionato con un euro le Cucine Popolari, nemmeno quando ha loro chiesto di preparare i pasti per gli alluvionati e gli sfollati durante l’alluvione del 2023 con 500 pasti al giorno». Definiscono «belle, necessarie e opportune» le Cucine, ribaltando quanto detto dal consigliere comune di Fratelli d’Italia, Andrea Imperato, che ha dichiarato che non lo sono. E a lui e a Marco Casali, che sostengono che quella esperienza è uno “spot elettorale”, rispondono così: «Orgogliosi di far parte di questo Comune che raccoglie e alimenta un’idea semplicissima e luminosa. Infatti “spot” in italiano significa anche “riflettore che proietta un cerchio luminoso in una zona”».