Dal passaggio di poche ore di Napoleone in città, il 5 febbraio 1797, prima in carrozza a Porta Fiume e poi in sella a un cavallo, con la scorta di 90 dragoni, fino alle meraviglie della Belle epoque, dall’arrivo della bicicletta, con la prima corsa ciclistica disputata nel 1892 nel giardino pubblico, all’avvento del cinema, col primo film Lumiere proiettato il 29 dicembre 1896, al Teatro Giardino. E in mezzo una sequela impressionante di fatti cruenti, in buona parte omicidi politici a suon di coltellate e colpi di revolver, che per vari decenni fecero di Cesena una delle zone più violente d’Italia. Questo e tanto altro è raccontato nel secondo volume del libro “Una Cesena particolare”, scritto da Franco Spazzoli (ex dirigente scolastico ed esperto di storia e arte) e appena pubblicato dalla casa editrice “Il Ponte Vecchio”. Sarà presentato oggi 18 ottobre, alle 17, nell’aula magna della Biblioteca Malatestiana. Dopo il saluto dell’assessore alla Cultura, Camillo Acerbi, dialogherà con l’autore Elide Giordani. Il volume è ricchissimo di spunti e si configura come un insieme di brevi fotogrammi su fatti e personaggi importanti, o a volte semplicemente curiosi, che hanno contrassegnato l’Ottocento cesenate. Si tratta di una sorta di prosecuzione del precedente lavoro di Spazzoli, dedicato ad episodi avvenuti sul territorio dall’antichità alla fine del Settecento. Tra le tante chicche è particolarmente degno di nota, e ancora noto a pochi, il fatto che nel 1815 furono sparati a Cesena quelli che possono essere considerati i primi colpi di fucile e di cannone della lunga lotta risorgimentale per liberare l’Italia dal giogo straniero e dalla dominazione pontificia. Il 30 marzo di 210 anni fa Gioacchino Murat assaltò infatti Cesena, attraverso Porta Santi, mettendo in fuga un presidio di 2.500 austriaci. E come aveva già fatto Napoleone 18 anni prima, anche Murat prese alloggio a Palazzo Guidi e Cesena, occupata dalle truppe napoletane che comandava assaporò per circa tre settimane la liberazione dagli austriaci e dal potere temporale papalino, finché l’impresa murattiana naufragò miseramente. Fece però da apripista a successivi episodi chiave del Risorgimento: dalla decapitazione del patriota Leonida Montanari nel 1825 alla battaglia del Monte nel 1832, fino all’arrivo in città di Giuseppe Garibaldi nel 1848 e il definitivo rovesciamento del tirannico governo ecclesiastico, il 20 giugno 1859, quando 3mila soldati pontifici e svizzeri si ritirarono e, sotto la guida del conte Pietro Pasolini al timone di una sorta di triumvirato provvisorio, la bandiera tricolore sostituì nel palazzo comunale gli stendardi papalini.
Cesena, la città dell’Ottocento rivive in un libro tra personaggi famosi e storie curiose
