Cesena, l’omaggio ad Aldo Moro e alle vittime del terrorismo

Cesena
  • 09 maggio 2025

Il ‘Giorno della Memoria’ dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice è cominciato con la deposizione da parte del sindaco Enzo Lattuca e della viceprefetto di Forlì-Cesena Giovanna Longhi di una corona d’alloro in piazzale Aldo Moro alla base della targa che ricorda il sacrificio dello statista presidente della Dc.

Il 9 maggio del 1978 all’interno di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a Roma, la Polizia ritrovò il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, rapito 55 giorni prima, in via Fani, dalle Brigate Rosse. Istituita nel 2007, e celebrata per la prima volta il 9 maggio dell’anno successivo, la Giornata in memoria delle vittime del terrorismo ricorda e tributa il riconoscimento dell’Italia alle vittime e il sostegno morale e la vicinanza umana alle loro famiglie. Coincide con l’anniversario dell’uccisione dell’Onorevole Aldo Moro e unisce, nel ricordo, tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di matrice estremista.

Alla cerimonia commemorativa di questa mattina hanno preso parte, oltre all’Amministrazione comunale, la Presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Forlì-Cesena Ines Briganti, i rappresentanti delle Forze dell’ordine e della Polizia Locale, alcuni consiglieri comunali, le associazioni d’arma e combattentistiche e una rappresentanza di studenti.

“Il 9 maggio – commenta il sindaco Enzo Lattuca – è una data che segna profondamente la storia del nostro Paese. È il giorno in cui, nel 1978, fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, rapito dalle Brigate Rosse 55 giorni prima, in un’azione terroristica che costò la vita anche a cinque uomini della sua scorta. Un evento tragico che ha cambiato per sempre l’Italia. Ma il 9 maggio non è solo il giorno del ricordo di Aldo Moro: è la Giornata della Memoria dedicata a tutte le vittime del terrorismo, un periodo buio della nostra storia recente, segnato da violenza politica ma anche da profondi cambiamenti sociali e civili. Nella nostra città, accanto alla piazza dedicata a Moro – prosegue il Sindaco – c’è un piazzale che porta il nome di Piersanti Mattarella, vittima della mafia. Non fu ucciso dal terrorismo, ma da un’altra forma di violenza organizzata, quella mafiosa. Era il fratello dell’attuale Presidente della Repubblica. E proprio il 9 maggio del 1978, in una drammatica coincidenza, fu assassinato anche Peppino Impastato, giovane attivista siciliano che aveva dedicato la sua vita alla denuncia della mafia nel suo territorio. Questa giornata così densa di significato ci chiede, ancora oggi, di non smettere mai di conoscere e riflettere su questi eventi. Una storia che sentiamo vicina, ma che rischia di apparire lontana se non la teniamo viva nella memoria collettiva”.

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