Cesena: “l’inventore dei 30 all’ora” ha spiegato la sua linea sulla Rai

«L’inventore dei 30 all’ora». Usando quella definizione anche nelle scritte in sovrimpressione sui televisori, è stato presentato così, pochi minuti dopo le 18 di ieri, Gastone Baronio. È il tecnico dell’ufficio Traffico del Comune di Cesena che nel 1998 concretizzò l’idea di istituire in città zone con limiti di velocità abbassati a 30 km/h. In Italia non era mai stato fatto e quindi nel programma “Italiasì!”, condotto da Marco Liorni, in onda su Rai Uno, è stato chiamato a spiegare questa misura che tanto sta facendo discutere, dopo la decisione presa a Bologna di usarla in misura massiccia.

L’esperto di mobilità, che ora è in pensione, durante la sua entrata nello studio televisivo a Roma non è stato accompagnato da applausi e il conduttore ha osservato questo particolare, lasciando intendere che la sua trovata dei 30 km/h non è popolare. Lui ha però subito chiarito che «i 30 all’ora sono uno strumento per moderare la velocità, ma non si applicano a tutto il centro urbano». Si rivelano efficaci - ha evidenziato - quando vengono introdotti «in zone piccole, dove è opportuno andare più piano». Ma a volte - ha aggiunto - non bastano, perché «ci sono altre aree dove bisogna obbligare ad andare davvero a passo d’uomo, per esempio di fronte alle scuole e ai parchi». E in queste situazioni sono disponibili altri strumenti, come «le isole di traffico e le intersezioni rialzate».

Il messaggio lanciato da Baronio nei pochi minuti in cui è intervenuto nel contesto di un servizio intitolato significativamente “La guerra dei 30”, è stato chiaro: i 30 km/h sono utili, se non vengono usati in modo “ideologico”, ma non sono di certo la soluzione al problema della sicurezza stradale.

Con una espressione efficace, si è definito «un dottore delle strade» per dire che «come gli antibiotici vanno presi quando serve e nella giusta quantità, così va fatto zone le “zone 30”». Ha inoltre precisato che in qualche caso si è anche «tornati indietro, quando ci siamo accorti che troppo estese».

Più in generale, secondo Baronio, «le strade giuste sono quelle fatte bene per tutti, cioè con adeguati spazi per i pedoni, per i ciclisti e per la sosta». E - ha concluso, dopo che erano state sentite voci favorevoli e contrarie, in collegamento da Bologna - le scelte «vanno condivise con i cittadini: senza la loro collaborazione, a Cesena non si sarebbe fatta la sicurezza stradale».

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