Cesena, l’ex sindaco Conti racconta la sua America, tra miti, viaggi e dinamite anarchica a Wall Street e poi fuga a Savignano

L’America dei miti che hanno fatto sognare la generazione del dopoguerra. Ma anche l’America piena di contraddizioni, sintesi di «tutto e il contrario di tutto, il bianco e il nero: sono arrivati da là i liberatori e i formaggini distribuiti alla popolazione affamata e sono nati lì i film di Perry Mason e i fumetti di Paperino; ma gli Stati Uniti sono anche il Paese della guerra in Vietnam, dell’imperialismo e del capitalismo sfrenato».

A pensarla così è Giordano Conti, sindaco di Cesena dal 1999 al 2009, che ha raccontato in un libro appena pubblicato quel pezzo di mondo, per come lo ha immaginato da bambino e poi per come lo ha visto più volte quando lo ha visitato da adulto. Il racconto di tre dei viaggi fatti, a partire da quello della «scoperta dell’America», come la chiama lui («andai in Pennsylvania per un’intera estate, nel 1974, invitato da un professore universitario di cui ero assistente»), ispira “Anche le notti là in America”, pubblicato da Campanotto editore. L’autore, che ha 76 anni ed è docente di “Progettazione ambientale” presso il corso di laurea in Architettura dell’Università di Bologna, lo presenterà domani, alle 17.15, nella Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana. Avrà al suo fianco Francesco Benelli, già associated professor alla Columbia University di New York e ora collega all’Alma Mater.

Dei viaggi negli Usa, così come tanti altri che ha fatto all’estero (finiti in alcuni libri, rispetto ai quali quest’ultimo ha un piglio più narrativo che diaristico), Conti ricorda nitidamente luoghi e persone. Ed è una miniera di aneddoti, da quel primo contatto nel 1974, passando alla trasferta fatta 17 anni dopo, fino a quella nel 2008, quando «al ritorno in Italia, mentre scendevo dalla scaletta dell’aereo, sentii la notizia dell’elezione di Barack Obama».

Ma i frammenti più memorabili della sua “memoir” sono forse due. Uno è quello dell’incontro che ebbe col figlio di Monty Banks, pseudonimo di Mario Bianchi, famoso attore cesenate vissuto dal 1897 al 1950. «Mi diede una foto di suo padre accanto a un’attrice famosa, a un matrimonio dove c’era come testimone di nozze c’era il grande registra Alfred Hitchcock».

Ancora più intenso sul piano emotivo il filo che ha ricondotto Conti alla storia di Mario Buda, l’anarchico che nel 1920 fece saltare per aria Wall Street e poi riuscì a fuggire e passò il resto dei suoi giorni, schivo, a Savignano sul Rubicone. «Ho voluto ripercorrere, passo a passo, il percorso che fece dal quartiere Little Italy fino alla Borsa di New Yurk, con un carretto pieno di dinamite. Fu un evento sconvolgente, con tanti morti: il più grande attentato del Novecento sul suolo americano».

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