Cesena, l’appello di Confcommercio ai sindaci del territorio: “Stop agli aumenti dei tributi comunali”

Cesena
  • 04 novembre 2025

Un bilancio che inneschi la leva per lo sviluppo nei quindici Comuni cesenati. È l’appello lanciato dai presidenti dei 15 Comuni di Confcommercio del Cesenate, guidati da Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio cesenate, in vista della definizione dei bilanci di previsione 2026. L’associazione di categoria avanza tre proposte precise rivolte alle amministrazioni locali: stop a qualsiasi aumento dei tributi comunali, riduzione della pressione burocratica e politiche incentivanti per sostenere il fare impresa e la nuova imprenditorialità. E una quarta a corredo: un intervento ‘creativo’ a favore delle imprese.

“Dopo un 2025 impegnativo, in cui le imprese hanno dovuto fronteggiare costi elevati e difficoltà diffuse – afferma Patrignani – chiediamo ai Comuni di non introdurre nuovi aumenti tributari visti anche gli aumenti scattati quest’anno. È il momento di consolidare la ripresa e sostenere chi continua a investire e creare occupazione sul territorio.”

Tra le priorità, Confcommercio segnala anche la necessità di uniformare le tariffe locali, oggi molto diverse persino tra Comuni confinanti: “Non è accettabile che attività simili, a pochi chilometri di distanza, paghino importi molto differenti per rifiuti o occupazione di suolo pubblico – sottolinea –. Serve maggiore equilibrio e coerenza territoriale per garantire condizioni di concorrenza eque”.

Altro tema centrale è la semplificazione amministrativa, ritenuta decisiva per la competitività. “Aprire o gestire un’attività richiede ancora troppi passaggi e adempimenti – aggiunge Patrignani –. Snellire le procedure e digitalizzare davvero i servizi significa liberare energie e fiducia. Confcommercio invita inoltre ciascun Comune a inserire, con creatività e sensibilità verso il proprio tessuto economico, almeno un provvedimento concreto a favore delle imprese e del loro sviluppo che connoti e differenzi il comune stesso, fermo restando che i Comuni non hanno la funzione diretta di creare sviluppo, ma possono e devono svolgere un ruolo di regia e facilitazione per la sua attuazione.

“I bilanci comunali – conclude Patrignani – devono diventare leve di crescita condivisa, non solo strumenti di gestione.”

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