Cesena, in 250 in piazza per fare quadrato contro razzismo e fascismo dopo l’aggressione in centro

Circa 250 persone si sono ritrovare in piazza della Libertà, ieri sera, per lanciare un chiaro messaggio antifascista proprio nell’anniversario della liberazione di Cesena, e per fare muro contro il razzismo. Un’esigenza, quest’ultima, sentita fortemente da 35 associazioni e forze politiche che hanno risposto alla chiamata a raccolta fatta da Anpi per reagire al pestaggio squadrista denunciato da un cesenate di origine albanese. Un 30enne che è stato preso di mira in pieno centro, insieme a un marocchino, da un branco di una quarantina di xenofobi “travestiti” da pseudo ultras. Nonostante la manifestazione fosse stata organizzata in poche ore e sfidando il tempo uggioso, un buon numero di cittadini non ha voluto girare la testa dall’altra parte, rilanciando le dure parole dette in apertura da Vincenzo Morrone, timoniere di Anpi. Ma il suo non è stato solo un discorso di condanna. Ha anche lanciato un appello perché l’iniziativa di ieri diventi una rampa di lancio per creare stabilmente una Rete antifascista cesenate. Il punto di partenza sono appunto quelle 35 realtà che hanno fatto fronte comune contro l’aggressione che sembra avere una matrice razzista e neofascista. A preoccupare è anche il fatto che non si tratta di un fatto isolato. Solo un mese e mezzo fa, tre amici, due dei quali stranieri, avevano denunciato di avere subito un’altra aggressione davanti al circolo di Casapound in Corte Dandini, anche in quel caso per pulsioni razziste. Due di loro erano in prima fila anche al raduno in piazza di ieri, dopo che erano stati protagonisti loro malgrado di uno fatto in precedenza per la loro vicenda. Da segnalare anche la presenza del sindaco Enzo Lattuca e delle assessore Elena Baredi e Giorgia Macrelli, sempre le più presenti in queste occasioni di denuncia di varie forme di oppressione, come si è visto anche nelle tante mobilitazioni per Gaza. Nessuno di loro ha però preso la parola. Ci hanno invece pensato una dozzina di persone (tra cui anche sei intervenuti spontaneamente “a microfono aperto”) a fare riflessioni incisive. Da segnalare in particolare la proposta di Cristina Mengozzi (Europa Verde) di «sottoscrivere anche a Cesena un patto territoriale antirazzista, come si è fatto a Parma»; l’analisi acuta di Vittorio Valletta (Movimento 5 Stelle) sulle violenze verbali dilagate sui social da tanti che hanno spalleggiato gli aggressori («con un linguaggio scelto non a caso, come “zecche”, che veniva usato dai nazisti per indicare i figli delle donne ebree nei lager»); l’invito di Stefania Rovereti (Pd) a rompere il muro dell’indifferenza anche davanti ai razzismi striscianti quotidiani (ha confidato, per esempio, di avere assistito in farmacia alla battuta razzista di un cliente nei confronti di uno straniero in fila, senza che nessuno, a parte lei, abbia reagito). Interessanti anche il parallelismo fatto da Paolo Montalti (Cgil) tra l’aggressione a Cesena e l’autista del pullman ucciso a Rieti «da ultras, appartenenti all’ultradestra da quanto sta emergendo dalle indagini» e il vissuto personale raccontato da una donna che ha raccontato l’isolamento che subì una sua compagna in quanto non italiana e da un giovane proveniente dal Marocco e residente da 6 anni e mezzo in città, che ha confessato di essere preoccupato dalle esplosioni razziste ma ha espresso il suo amore per Cesena e la sua fiducia nei cesenati.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui