Questa sera alle 20.30, nella sala di “VolontaRomagna” in via Serraglio, 18, si terrà il terzo incontro del ciclo “Conoscere per imparare a scegliere”, dedicato alla tutela dell’ambiente e avviato lo scorso 1° ottobre. Protagonista della conferenza “Il verde è l’ultimo baluardo per una vita dignitosa: in città, in periferia, in campagna” sarà l’agronomo Daniele Zanzi, fondatore e direttore della Fito-Consult di Varese, membro della International Society of Arboriculture e fondatore della sua sezione italiana. Tra i suoi riconoscimenti figurano il Premio Lumen Claro 2012, e l’Isa Award of Merit 2015, conferito solo due volte a europei dal 1963. È stato inoltre vicesindaco di Varese dal 2016 al 2021.
Alberi indispensabili
Al centro dell’incontro ci sarà l’idea degli alberi come «baluardi della nostra salute» e «banche della vita», capaci di trattenere polveri sottili e migliorare il benessere ambientale. Secondo Zanzi, la loro importanza va oltre la qualità dell’aria: «Esiste una stretta correlazione tra problemi cardiologici e aumento delle temperature urbane». Un dato allarmante riguarda l’Italia: circa 400mila persone l’anno muoiono per inquinamento da particolato. Da qui l’appello alla politica: «I sindaci sono i primi garanti della salute dei cittadini e dovrebbero considerare il patrimonio arboreo parte integrante della sanità pubblica».
L’agronomo ricorda che in città, tra inquinamento e scarsa manutenzione, gli alberi vivono in media solo tra i 7 e i 24 anni, mentre per diventare carbonio neutrale servono 26-32 anni. «Non bisogna parlare di rischio, ma di beneficio arboreo», sottolinea, spiegando che gli alberi migliorano la qualità dell’aria, riducono l’impatto di alluvioni e ondate di calore e, nonostante vengano spesso percepiti come una minaccia, causano pochissimi incidenti.
La proposta 3-30-300
Zanzi propone una politica urbana sostenibile, basata sulla regola del 3-30-300: tre alberi visibili da ogni finestra, almeno il 30% di superficie verde in città e un’area verde a 300 metri da ogni cittadino. Applicando questi principi, le città sarebbero più sane e vivibili, come dimostra l’esperienza virtuosa di Merano, dove l’esperto ha coordinato le “Giornate meranesi dell’albero” (1995, 1997 e 2024).
Educazione ambientale
Secondo Zanzi, ogni cambiamento duraturo non può che passare dall’educazione fin dall’infanzia: «Educare è il mestiere più difficile, ma è l’unico modo per creare rispetto verso il verde pubblico. Se un bambino vede un parco trascurato, penserà che sia normale, ma quella non deve essere la normalità».
Guardando al futuro, aggiunge che «serve un cambio di rotta in positivo: senza un ambiente sano, senza alberi e verde, andiamo incontro alla nostra distruzione».
Un piano per Cesena
Zanzi anticipa infine che a Cesena presenterà le proprie proposte sul piano di governo del territorio, «perché pianificazione e cura del verde possono davvero fare la differenza, sia per la sicurezza sia per la qualità della vita».