Cesena, il futuro del kiwi è digitale: un nuovo progetto targato Ri.Nova

Cesena
  • 05 giugno 2025

In uno scenario globale segnato dal cambiamento climatico e da fitopatie, il kiwi italiano è chiamato ad affrontare sfide cruciali. Per rispondere con innovazione e visione, nasce Quality Kiwi, un progetto promosso da Apofruit Italia, con il contributo della cesenate Ri.Nova, del Crea e di partner scientifici e tecnologici, che punta a digitalizzare la gestione produttiva dell’actinidia grazie allo sviluppo di un Sistema di Supporto Decisionale (Decision Support System - DSS) interamente dedicato alla coltura: il DSS-Kiwi.

“Dss-Kiwi è una piattaforma evoluta che integra dati agro-meteorologici, sensori in campo, modelli previsionali e protocolli tecnici in un unico ambiente digitale – spiega Andrea Grassi, direttore innovazione e sviluppo di Apofruit -. Pensato per rispondere alle esigenze pratiche degli agricoltori e delle Organizzazioni di Produttori, il sistema offrirà supporto decisionale per la gestione dell’irrigazione, della fertilizzazione, della difesa fitosanitaria e della qualità del frutto, fino alla tracciabilità del lotto. Il nostro obiettivo è trasferire strumenti concreti alle aziende agricole per affrontare le principali avversità che affliggono i produttori di kiwi, dalla moria delle piante al PSA, alle sfide climatiche, oltre a migliorare la qualità della produzione e aumentare la sostenibilità ambientale. Con Quality kiwi vogliamo rendere disponibili soluzioni tecnologiche avanzate, ma allo stesso tempo semplici da usare e adattabili alle reali condizioni del campo”.

Monitoraggio, analisi e interventi mirati

Il progetto, che coinvolge anche l’ufficio tecnico ad elevata specializzazione di Apofruit ad Aprilia (LT), prevede l’installazione di sensori per il monitoraggio del suolo, l’uso di immagini satellitari e sistemi di supporto per la gestione irrigua e nutrizionale, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e ridurre l’impatto ambientale, tema particolarmente importante in una coltura, quella del kiwi, storicamente accusata di essere particolarmente idrovora. In parallelo, saranno sviluppati modelli per il controllo delle principali avversità, con particolare attenzione anche alla moria delle piante, internazionalmente conosciuta come KVDS (Kiwifruit Vine Decline Syndrome). Grazie alla possibilità di monitorare la qualità in pre-raccolta e programmare in modo efficiente le operazioni di raccolta, conferimento e stoccaggio, il Dss-Kiwi diventerà anche uno strumento strategico per l’intera filiera, contribuendo alla valorizzazione del prodotto e alla garanzia della tracciabilità.

Quality kiwi non si limiterà all’innovazione tecnica: “Il progetto punta anche a misurare e migliorare l’impatto ambientale delle produzioni, attraverso l’integrazione di indicatori di sostenibilità e l’analisi dell’eco-efficienza, in linea con gli standard europei – conclude Grassi -. In termini economici, l’adozione del Dss-Kiwi potrà aiutare le aziende a recuperare competitività, aumentando la resa per ettaro e l’efficienza nell’uso di input produttivi. L’obiettivo finale è duplice: più qualità e meno sprechi”.

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