Cesena, il Comune alza le tasse dopo 6 anni di tregua per evitare tagli di servizi per 8 milioni di euro

L’assessore Camillo Acerbi, con un lungo e dettagliato discorso di presentazione del bilancio di previsione davanti al Consiglio comunale, ha annunciato ieri un progressivo aumento delle tasse comunali per l’anno 2025. Una misura che - ha specificato - «è determinata dalla scelta di non voler diminuire l’efficienza dei servizi creando disparità fra i cittadini».
Tanti anni di tregua
Un incremento delle imposte locali a Cesena non si registrava dal 2019. Ma ora è diventato inevitabile. «Al momento dell’insediamento della Giunta - ha ricordato Acerbi - il Comune godeva di un bilancio sano, virtuoso nel prelievo fiscale e corretto nelle tariffe». A disposizione dell’amministrazione comunale c’erano 73 milioni di euro annui. «Questa cifra - ha affermato l’assessore - permetteva di rispondere alle funzioni di base del Comune, con anche alcune peculiarità come l’attuazione di interventi sui servizi sociali e la scuola». Questa situazione ha condotto a decretare per tanti anni un blocco di tariffe, tasse e canoni comunali. E questo non ha influito negativamente sul bilancio, che anzi - ha specificato Acerbi - negli anni «ha visto aumentare la disponibilità di 5,5 milioni». Le risorse a disposizione hanno permesso di potenziare ulteriori servizi e attività fin lì rimaste ai margini, «come la cultura, col sostegno alle spese del terzo lotto della Malatestiana», ha ricordato l’assessore che ora ha anche questa delega, oltre a quella al Bilancio. E con l’aggiunta di nuove risorse, lo storno di altre già rendicontate in avanzo negli esercizi precedenti e il recupero di bollette o metrature non dichiarate della Tari si è riusciti a garantire finora la possibilità di finanziare interventi per la pandemia.
I problemi di oggi
Poi è arrivata l’emergenza Covid, alla quale hanno fatto seguito lo scoppio della guerra in Ucraina e l’impennata dell’inflazione, cresciuta del 18%. «Questi fattori che hanno comportato un innalzamento dei costi - ha evidenziato Acerbi - e hanno portato al limite strutturale massimo le risorse aggiuntive dell’ente». Questo significa che il Comune non dispone della liquidità necessaria per fronteggiare i 6 milioni di rincari complessivi previsti. «E l’ulteriore aumento del 5,7% per il 2025, dovuto all’inflazione», ha aggiunto. Oltre a tutto ciò, va considerato «il mancato aumento del Fondo di sostegno ai Comuni, che richiederà una restituzione allo Stato pari a 500mila euro». E, ancora, il 2023 ha visto un aumento medio del costo del personale pubblico del 4,5%, per un ammontare - hanno calcolato in Comune, di 22,5 milioni di euro.
Gli aumenti
Nonostante una prima copertura di 3,9 milioni derivanti da un avanzo di gestione, accessibile in situazioni di squilibrio di bilancio, l’amministrazione si è così trovata di fronte a una scelta: «O tagliare i servizi per una cifra 8 milioni - ha spiegato Acerbi - oppure, non avendo altri fondi da reperire, mettere mano a tariffe, tasse e canoni comunali per recuperare su una certa perdita di potere di acquisto». Intravedendo nella prima soluzione «un inevitabile effetto depressivo generale», si è optato per la seconda.
Gli aumenti delle imposte riguarderà il calcolo dell’aliquota addizionale comunale Irpef. I buoni pasto per le scuole vedranno il prezzo maggiorato di 0,80 euro, che per le casse comunali equivarranno a 800mila euro in più ogni anno. Nessuna modifica, invece, a Imu e imposta di soggiorno. Le risorse che l’amministrazione recupererà dall’aumento delle tasse verranno impiegate in progettualità dei prossimi tre anni in molteplici ambiti.
Intanto, nel bilancio di previsione 2025 si registrano già 2 milioni in più per scuola e disabilità e 1 milione e mezzo per lavori su illuminazione e impiantistica pubblica.