Cesena: il caso dei lavoratori in lotta, tra accuse di “scatole cinesi” e «intimidazioni» e i tentativi di mediazione

Cesena
  • 07 agosto 2025

Il classico gioco delle “scatole cinesi”. A detta dei lavoratori in lotta e dei sindacalisti di Sudd Cobas che li rappresentano, può essere descritto così il sistema di gestione della produzione e del personale di “Gruppo 8-Sofalegname”, sito di produzione del settore dell’arredamento al centro di una vertenza sindacale. Da qualche giorno l’attività ha delocalizzato lo stabilimento dei semilavorati da via Gramadora, a Forlì, in via Cavecchia, a Calisese di Cesena. È quanto ha scoperto il sindacato autonomo, che da subito si è schierato a fianco dei lavoratori, organizzando picchetti all’esterno dei capannoni. Prima a Forlì e ora a Cesena. Il picchetto in corso, spiegano, continuerà fino a quando «non avremo riscontri anche da parte della politica, delle istituzioni e della magistratura vista la quantità di reati che connotano la vicenda: sfruttamento, caporalato, nessun rispetto delle norme di sicurezza - dicono i rappresentanti di Sudd Cobas -. Come già accaduto in altre situazioni, abbiamo rilevato che anche questo stabilimento è in affitto a “Gruppo 8”, che l’avrebbe poi subaffittato a un’altra azienda cinese che svolge la stessa attività produttiva di “Sofalegname”». Dalle verifiche condotte risulta essere la “Ioaniu Sofa”, società a responsabilità limitata con socia unica una cinese: è la stessa realtà controllata nello scorso mese di novembre, che portò all’emersione di 20 lavoratori in nero e sfruttati.

La replica

Il “Gruppo 8” accusa il Sudd Cobas di «minacciare con i picchetti il marchio “Made in Italy” e i posti di lavoro locali». L’azienda si chiama fuori dall’attacco del sindacato autonomo, sostenendo che i suoi dipendenti «godono di salari equi e del pieno rispetto del contratto di lavoro» e che le tensioni avrebbero origine da «una controversia con uno dei nostri contoterzista, la “Sofalegname Srls”». Una questione che i vertici dell’impresa forlivese ritengono di avere «già affrontato con tempestività, impegnandosi pubblicamente in un’indagine completa e trasparente. Stiamo poi lavorando per garantire che l’intera nostra filiera rispetti i più alti standard lavorativi». Avverte poi che le proteste sindacali in atto «rischiano di allontanare affari e posti di lavoro e di spingerli nelle mani di concorrenti stranieri». Punta l’indice contro «il blocco dell’ingresso del nostro stabilimento e la diffusione di false informazioni sui social», bollandole non come legittima vertenza sindacale, ma come «attacco politico aggressivo ai posti di lavoro, alla reputazione e al patrimonio che generazioni di italiani hanno costruito». Il riferimento ai blocchi può però essere riferito, per il momento, al solo stabilimento a Forlì, perché il capannone a Calisese risulta chiuso per ferie per tutto il mese d’agosto: questo l’avviso su un cartello appeso all’immobile, dopo che alla prima comparsa sul posto dei Sudd Cobas, qualche giorno fa, è stato riferito un fuggi fuggi di una quindicina di persone che erano all’interno.

Il “Gruppo 8”, parlando di «intimidazione industriale», che potrebbe fare venir meno «i mezzi di sussistenza di tante famiglie» ed «erodere la fiducia che i nostri clienti internazionali ripongono nel marchio “Made in Italy”, rischiando di allontanare affari e posti di lavoro e spingerli nelle mani di concorrenti stranieri», rimprovera sia ai Sudd Cobas che alla “Sofalegname” di non avere rispettato l’accordo siglato in Prefettura il 20 luglio. Infine, avvisa: «Non permetteremo che la nostra attività venga tenuta in ostaggio. Stiamo valutando tutte le vie legali a nostra disposizione in base alla legge italiana».

Prove di mediazione

Intanto la Prefettura sonderà nelle prossime ore se ci sono le condizioni per riaprire il “tavolo”» relativo alla vertenza “Sofalegname”, questa volta «allargato al Comune di Cesena, al cui territorio si è estesa la protesta», nella frazione di Calisese.

Lo ha comunicato ieri sera, in una “lettera aperta”, il prefetto Rinaldo Argentieri, ricordando che «dopo due incontri interlocutori, le parti riunite in Prefettura domenica 20 luglio hanno raggiunto un’intesa», sintetizzabile in «ripresa dell’attività produttiva, stipula di contratti di solidarietà, ricorso agli ammortizzatori sociali, ritorno a corrette relazioni sindacali». Dopodiché - riferisce - «l’accordo non viene attuato per difficoltà di “Sofalegname”, sicché Sudd Cobas chiede nuovamente l’intervento del prefetto». Poi la ricostruzione dei fatti prosegue così: «Riapro le porte della Prefettura, convoco un primo incontro per il 30 luglio, andato deserto per impossibilità del sindacato a presentarsi, e un secondo per lunedì 4 agosto. Nonostante la convocazione, tuttavia, Sudd Cobas riprende i picchetti che impediscono l’entrata e l’uscita di mezzi commerciali dalla sede del “Gruppo 8”, limitandone o impedendone addirittura l’attività. Pertanto, all’inizio dell’incontro di lunedì, ho doverosamente e fermamente ricordato al sindacato l’impegno assunto nell’accordo del 20 luglio a non intraprendere tali azioni senza prima aver esperito una fase di mediazione in Prefettura e ho quindi chiesto al sindacato di desistere. Le parti si sono irrigidite e ne è risultato un nulla di fatto. Tuttavia il “tavolo” istituzionale, al quale hanno sempre partecipato anche la Regione e il Comune di Forlì, tramite i rispettivi assessori al lavoro, rimane aperto».

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