Il quartiere Novello è pronto a ripartire, ma in taglia ridotta a un totale di 145 alloggi. Di questi, 86 (di cui 34 da vendere a prezzi convenzionati e 52 da assegnare in locazione a canoni calmierati per una durata di 10 e 15 anni), invece dei 102 programmati, saranno realizzati in una prima fase, che dovrebbe finalmente chiudersi entro il 2027. Altri 59 (la metà di quanto era stato programmato) sorgeranno nel comparto che si realizzerà successivamente. Non ci saranno invece la terza e la quarta area prevista, i cui diritti edificatori verranno venduti.
A illustrare tutti questi aggiornamenti del business plan, necessari per fare fronte a un aumento dei costi di costruzione nella misura di 5,4 milioni di euro (dopo che tra il 2019 e il 2023 erano già esplosi del +40%), è stata l’assessora Cristina Mazzoni. Lo ha fatto durante una riunione congiunta di tre commissioni consiliari, tutta dedicata al nodo casa.
La revisione messa a punto (che segue una già fatta nel 2023) - ha ricordato Mazzoni - riguarda il business plan del Fondo Novello costituito nel 2015, a cui il Comune partecipa insieme a Cassa Deposito e Prestiti (che ha la quota maggioritaria) e alla Banca di credito cooperativo Romagnolo, e che è gestito a livello operativo dalla società “Fabrica”. L’obiettivo era la riqualificazione di un comparto, sulla base di un concorso del 2008. Su quell’area si decise di fare social housing, un modello abitativo simile ai vecchi Peep, per avere abitazioni intermedie tra case popolari e libero mercato immobiliare. Dopo la convenzione firmata nel 2018, fu individuata una prima ditta, che tra pandemia e aumento dei costi dopo l’invasione russa dell’Ucraina, andò in difficoltà. Si individuò così un’altra impresa, che ha costruito il grezzo, ma poi è entrata in conflitto con “Fabrica”, fino alla sospensione unilaterale dei lavori decisa dalla ditta stessa. Ne è nata una vicenda giudiziaria, culminata in una procedura d’urgenza per il rilascio del cantiere, che è appena andata a buon fine per la società di gestione del Fondo. Si è quindi tornati in possesso dell’area e ci si appresta a riappaltare i lavori a una nuova impresa, che sarà la terza di questo calvario. Si conta di rimettere in moto il cantiere nella prossima primavera. Sono stati anche rigettati i ricorsi della ditta contro l’escussione delle fideiussioni a garanzia dell’esecuzione dei lavori.
L’ulteriore aumento dei costi, pari a 5,4 milioni di euro in più della somma che era già stata alzata del +40% due anni fa, verrà recuperato per quasi metà dell’importo (precisamente, per 2,6 milioni), grazie alla riduzione del numero di unità immobiliari da 102 a 86 nel primo comparto (quello denominato Umi 1). Il dimezzamento del numero di abitazioni nell’Umi 2 e la possibilità di vendere i diritti edificatori di quanto è stato cancellato faranno poi quadrare il cerchio.
L’assessora Mazzoni ha anche precisato che l’entità dei canoni di locazione resterà molto conveniente: sarà attorno a 5,9 euro al metro quadrato (per un monolocale si pagherà 290 euro al mese e per un trilocale munito di cantina 610), invece che 10 euro al metro del libero mercato. Idem i prezzi degli appartamenti destinati alla vendita. Per esempio, un monolocale costerà 125mila euro e un trilocale più cantina 264mila euro.