Cesena, hacker ruba profilo Instagram ad associazione con 34mila followers per chiedere riscatto e tentare truffe a catena

Cesena
  • 04 dicembre 2025

Un violento attacco hacker ha colpito nei giorni scorsi diversi profili Instagram nel territorio cesenate e anche in altre zone d’Italia. Molti avevano numerosi followers. A essere presi di mira sono stati media, associazioni e pure privati, attraverso messaggi camuffati da Meta: “cavalli di Troia” con cui hacker ricattatori sono riusciti ad impossessarsi delle pagine e lanciare disastrose catene di Sant’Antonio fatte di messaggi truffa. Fra le vittime c’è stata la pagina Ig di una nota associazione cesenate di promozione sociale: “Ipazia Liberedonne”. Ma non sono state risparmiate neppure testate giornalistiche e media come “Radio Bullets”.

«È stata una vera e propria strage di profili - raccontano da “Ipazia” - Tutto è accaduto nel lasso di qualche giorno e non siamo riuscite a fermarli né a recuperare la nostra pagina. Siamo facilmente cadute nel tranello, perché il messaggio sembrava provenire da Meta, che invitava a verificare il nostro profilo, altrimenti avrebbero chiuso la pagina per presunte violazioni delle regole della community. Cliccando il link si è aperto il vortice della truffa e solo quando ci siamo accorte che avevano già modificato password e mail, insomma che si erano già impadroniti della nostra pagina, abbiamo cercato di bloccare tutto, ma era troppo tardi. Ovviamente il giorno dopo siamo state contattate via Facebook e via mail dai ricattatori, che ci intimavano di contattarli se volevamo ripristinare il nostro account Instagram. Un disastro. Non avendo accettato, hanno iniziato a usare il nostro account modificato e si sono serviti dei nostri quasi 34mila followers per inviare altri messaggi ingannatori, così da hackerare altri profili, come avevano fatto con noi».

Le editor di “Ipazia” avevano però già avvisato tempestivamente, tramite i loro social e la pagina Fb dell’associazione, che era stato compiuto questo hackeraggio, invitando le persone a non rispondere a eventuali messaggi e a fare segnalazioni.

È stata subito sporta denuncia alla Polizia postale, a maggior ragione visto che al “furto digitale” si è aggiunto un reato grave quale il ricatto.

«Gli hacker, umani o artificiali che siano, a quanto pare riescono a fare lavori sofisticatissimi - avverte “Ipazia Liberedonne” - Non solo entrano nei profili, sebbene siano protetti dall’autenticazione a due fattori, ma li stravolgono e li utilizzano per altre truffe, rendendo poi impossibile o difficilissimo recuperarli».

Il danno è stato pesante e l’amarezza è grande, perché quello «non era solo un profilo, ma un archivio di anni di lavoro e passione. È come se avessero cancellato una parte di noi, delle nostre attività fatte fin dal 2019. Tutto questo accentua lo scoramento per chi subisce questo genere di attacchi e riduce in parte la fiducia nella piattaforma, che dovrebbe essere la prima interessata a mantenere una piena affidabilità dei suoi servizi».

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