Cesena, fossa delle campane: compiute le operazioni di estrazione

Cesena

Un’operazione complessa e innovativa di consolidamento e messa in sicurezza. Questa mattina sono state eseguite le operazioni di distacco, estrazione, sollevamento e trasferimento della fossa per la modellazione e la cottura delle campane rinvenuta lo scorso autunno tra le piazze Almerici e Fabbri nel corso dei lavori di riqualificazione dell’area. Il manufatto, che sulla base di alcuni frammenti ceramici ritrovati al suo interno dovrebbe risalire all’epoca rinascimentale (1400-1500) presenta una profondità di 1,5 metri, un diametro di 1,2 metri e un peso che si aggira intorno alle 4 tonnellate. Stando alle prime analisi si tratterebbe di un impianto produttivo allestito in occasione dei lavori di realizzazione dell’antica chiesa di San Francesco che sorgeva in questa zona. 

Le operazioni odierne sono state eseguite da cinque ditte specializzate (Tecne, Coromano, Zambelli, Gruppo Mattioli e Gruppo Mosaicisti Ravenna) sotto la direzione scientifica della Soprintendenza di Ravenna, rappresentata dal Funzionario Archeologo dottoressa Romina Pirraglia e dal Funzionario Restauratore Elena Cristoferi, e dei tecnici dell’Amministrazione comunale. Presenti anche il Sindaco Enzo Lattuca. Vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici Christian Castorri. L’intervento è stato avviato alle ore 9 del mattino si concluderà nel pomeriggio di oggi con il trasferimento della “fossa di fusione da campane” al Chiostro di San Francesco. 

Così come precisato lo scorso autunno in occasione del ritrovamento della struttura, già individuata nel corso degli scavi condotti nel 1998 per la realizzazione del parcheggio interrato in Piazza Fabbri, ha una sua valenza storica e culturale. Stando ai primi studi eseguiti infatti non siamo di fronte a un ritrovamento comune, soprattutto se rapportato a un contesto non religioso. Per questa ragione e con lo scopo di garantirne una piena fruizione pubblica, d’intesa con la Soprintendenza l’Amministrazione comunale valorizzerà il manufatto destinandolo al Museo archeologico cittadino e inserendolo nel futuro allestimento. 

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