Oltre 2.300 persone affamate di idee e di conoscenza hanno preso d’assalto le conferenze della prima giornata del festival “Agorà”, all’esordio a Cesena. E ieri, al secondo “giro”, è successa fin dalla mattinata una cosa forse ancor più sorprendente: tutti gli incontri, alla Biblioteca Malatestiana e al Palazzo del Ridotto, hanno registrato il tutto esaurito, e anzi diverse decine di persone non sono riuscite a entrare, con molte di loro rimaste sull’uscio delle porte a “orecchiare”.
Pienoni ovunque ieri
Se la partecipazione massiccia di venerdì è stata agevolata dalla presenza di una “superstar” come lo storico Alessandro Barbero e dalla curiosità che accompagna spesso i debutti, altrettanto non si può dire per le scene viste ieri. I relatori hanno mostrato grandi qualità, ma non erano i classici nomi in grado di attirare folle per la loro fama, e gli argomenti trattati erano di grande interesse, ma non erano di quelli solitamente “battezzati” come “popolari”, e neppure semplici. Eppure, alle 11, circa 90 persone hanno riempito l’aula magna della Malatestiana per ascoltare le riflessioni di Giorgio Zanchini e Sara Bentivegna su vecchi e nuovi media, con altri 50 “distaccati” nella sala proiezioni della biblioteca a seguirli sullo schermo e un’altra trentina di persone all’esterno. E mezz’ora prima, e quindi con una sovrapposizione (e molti avrebbero voluto partecipare a entrambe le conferenze) un tema importante e affascinante ma ostico come “Quando il potere si sottopone alle regole: la nascita del diritto”, affidato a Laura Pepe, ha attirano al Palazzo del Ridotto 160 ascoltatori e anche in quel caso alcuni non sono riusciti a entrare perché i posti non erano abbastanza.
In prima serata è poi accaduto un fuori programma che dice molto dell’incredibile successo del festival. La fila per entrare a Palazzo del Ridotto, dove Vera Gheno doveva fare una riflessione sul concetto di “normalità”, era così lunga che si è deciso su due piedi di trasferirsi al teatro Bonci, per avere quasi 800 posti a disposizione invece che 160.
Prima giornata con 2.300 presenze
Tornando a venerdì, Alessandro Barbero è stato seguito da 800 persone al Bonci, 400 al Teatro Verdi, parecchie decine in piazza Almerici attraverso un maxi schermo, centinaia e centinaia online (300 in media quelle collegate per la diretta streaming sul canale di Agorà Festival e tante sul sito web del Corriere della Sera), ma tanti altri ospiti hanno calamitato un gran numero di persone. Le riflessioni di Matteo Saudino su “Le nostre fragilità. Un viaggio nella vulnerabilità umana con l’aiuto della filosofia antica” hanno catturato l’attenzione di 300 persone che si sono accomodate nella platea e nei palchi del primo ordine del teatro Bonci; un numero simile di ascoltatori ha avuto in quello stesso spazio Riccardo Staglianò, col suo incontro “Hanno vinto i ricchi”; la ex ministra Elsa Fornero è stata seguita da 140 persone e qualcuna di più è accorsa al Ridotto per sentire prima Benedetta Tobagi e poi Maurizio Viroli e Benedetta Tobagi, impegnati a spiegare rispettivamente quello che per lo loro è il significato delle parole memoria e patria.
Ambizioni per il futuro
Questo successo oltre le più rosee aspettative sta alimentando l’entusiasmo già alto degli organizzatori, a partire dalla casa editrice Laterza, e dall’amministrazione comunale, ma anche dei tanti sponsor che hanno contribuito in modo importante all’iniziativa e che stanno già dicendo di essere pronti a confermare e anzi aumentare il loro sostegno economico per rendere stabile questo evento e fargli fare un’ulteriore salto di qualità. Sembrano esserci tutte le condizioni per creare a Cesena uno dei più importanti festival culturali d’Italia. Per questa prima edizione c’è stato uno sforzo economico importante: circa 350mila euro di spesa totale, in buona parte coperta da Laterza e nella misura di circa 40mila euro (somma ragionevole e forse aumentabile) dal Comune di Cesena. Chi ha pensato l’iniziativa è convinto che col doppio si potrebbe potenziare la manifestazione fino a darle una risonanza nazionale. Arrivare all’auspicato budget di 700mila euro consentirebbe soprattutto di fare un’azione mediatica e di promozione incisiva per fare arrivare a Cesena anche tanti interessati provenienti da tutta Italia.
Chiusa “Agorà”, si aprirà un ragionamento per capire se ci sono i margini per andare in quella direzione. I cittadini cesenati hanno già dato una risposta chiara.