Cesena, famiglia con tre bambine sotto sfratto: rete d'aiuto dei vicini per l'emergenza casa

Cesena

Una famiglia con tre bambine di 6, 8 e 12 anni è alle prese con l’angosciante spettro di restare tra poche ore senza la propria casa. E gli abitanti della strada in pieno centro dove vive da 12 anni, perfettamente inserita e ben voluta, nella zona di via Sacchi-via Uberti (nella foto), si mobilitano per cercare di fermare lo sfratto per morosità, che dovrebbe scattare domani. Oltre a denunciare pubblicamente questa situazione, sono pronti a fare sentire la loro reazione sdegnata, «con la loro presenza ed esponendo cartelli al momento dell’esecuzione dello sfratto». È solo una delle tante storie di dilaganti difficoltà a pagare l’affitto con cui sta facendo i conti un numero crescente di inquilini cesenati. Ma è anche una storia emblematica di «diffidenza nei confronti di famiglie straniere (quella al centro della triste vicenda è originaria del Marocco, ndr) più numerose degli standard italiani». Lo sottolinea chi si è preso a cuore la sorte di quella famiglia, segnalando che il problema non si esaurisce nel fatto che «gli affitti sono troppo cari e ci sono poche case disponibili». In questo caso, l’uomo adulto del nucleo in difficoltà svolge un lavoro, quello di muratore. Quindi, al di là delle difficoltà a pagare emerse da alcuni mesi, dopo anni e anni di versamenti regolari, sarebbe in grado di sostenere il pagamento di un canone calmierato. Anche perché può contare sul supporto del Comune, che già da tempo sta seguendo il caso e non si tira indietro.

L’assessora Carmelina Labruzzo garantisce che comunque, «se lo sfratto avrà corso, per il tempo dell’emergenza ci sarà la possibilità di inserire questa famiglia da qualche parte, ma non in centro, dove non abbiamo a disposizione alloggi da destinare a nuclei numerose che si trovino in queste condizioni». Ma poi aggiunge: «È incredibile che non si trovi una casa per una famiglia che riesce a pagare». Al di là del caso specifico, si cerca di correre a i ripari a tutto campo: «Martedì vado in Prefettura per vedere se riusciamo a bloccare gli sfratti, almeno finché il tempo non sarà più clemente. Questo ci consentirebbe di guadagnare tempo per azioni per l’emergenza casa, che vogliamo mettere in campo in questi primi mesi dell’anno».

Ormai c’è purtroppo una sconcertante reticenza generalizzata dei proprietari privati ad affittare seconde case lasciate sfitte da anni. «Abbiamo cercato ogni opportunità per alloggiare la famiglia - riferisce un gruppo di residenti di via Sacchi - ma nulla è emerso, se non l’indisponibilità di chi, pur avendo un appartamento libero, non ha accettato di affittare loro un luogo dove vivere». Così cinque persone «si troveranno tra pochi giorni sradicate da un contesto in cui erano perfettamente inserite, mentre le bambine rischiano di non poter proseguire la scuola. Ci sarà qualche cesenate generoso e senza pregiudizi che possa concedere in affitto un appartamento a un prezzo congruo?».

Alcuni residenti di via Sacchi si dicono «disponibili ad assumersi ogni garanzia necessaria». Anche perché l’urgenza del momento è semplicemente quella di trovare «un affitto fino a giugno, in modo da consentire alle tre bimbe di poter frequentare la scuola presso cui sono iscritte attualmente». Dopodiché la famiglia, che è in graduatoria da anni per farsi assegnare una casa popolare ma per ora invano, potrà essere ospitata temporaneamente in locali gestiti a Sorrivoli da don Pasquale, grazie all’intervento dei servizi sociali del Comune. Non sarebbe la soluzione ottimale, perché sarebbe importante fare rimanere le bambine in centro, dove sono sempre vissute, fin da quando sono nate, tutte a Cesena. Ma qualche abitante di via Sacchi si è dichiarato disponibile anche a organizzare un servizio di trasporto volontario quotidiano da e per Sorrivoli.

Intanto, se qualcuno volesse mettersi una mano sul cuore, almeno per una soluzione-ponte fino a giugno, può contattare Ester Zappata al 347-3735811 o Paolo Ugolini al 334-6205675.

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