Cesena, elenchi di 6mila massoni sequestrati: la Corte di Strasburgo condanna l’Italia, frecciate del Gran Maestro alla Commissione antimafia

Il Gran Maestro della più grande organizzazione italiana della massoneria, che conta 23mila aderenti distribuiti in 870 logge, si toglie qualche sassolino dalle scarpe nell’incontro nell’aula magna della Biblioteca Malatestiana. Introdotto dall’assessore Luca Ferrini, venerdì scorso Stefano Bisi, giornalista e da 10 anni alla guida del Grande Oriente d’Italia, ha lanciato frecciate contro la commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosi Bindi che nel 2017 attivò la Guardia di Finanza a sequestrare gli elenchi con i nomi dei 6mila siciliani e calabresi iscritti al Goi in un arco temporale di 27 anni. Di recente la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato lo Stato italiano per avere disposto quella perquisizione e Bisi ha sottolineato che i giudici di Strasburgo hanno ritenuto che quella irruzione nella sede dei massoni non sia stata né conforme al diritto, né necessaria in una società democratica, violando senza valide ragioni il diritto alla riservatezza.

L’occasione per fare il punto su quella vicenda è stata la presentazione del libro “Le dittature serrano i cuori”, scritto dallo stesso Bisi per ricordare a cent’anni di distanza l’omicidio a Firenze di Giovanni Becciolini, per mano delle squadracce fasciste, durante la famigerata notte di San Bartolomeo, quando a Firenze furono trucidate in poche ore 7 persone. Il giornalista senese, che presto dovrebbe essere sostituito al timone del Grande Oriente d’Italia da uno dei due candidati che stanno duellando davanti al tribunale dopo elezioni contestate, ha ripercorso quei fatti ed elogiato l’impegno messo dalla moglie del martire repubblicano, massone e antifascista Becciolini, Vincenza Di Mauro, e dal figlio Bruno per tenerne viva la memoria.

Tra gli spunti più stimolanti c’è stata una riflessione sul perché Mussolini avesse tanto accanimento contro la massoneria, che inizialmente non gli era stata ostile. Secondo qualcuno, il duce avrebbe cercato di entrare a farne parte ma sarebbe stato respinto e da lì avrebbe sviluppato la sua acredine, ma va detto che già agli esordi della sua avventura politica aveva manifestato la propria avversione. Bisi pensa che questa ostilità fosse dovuta alla sua «mania del controllo», che gli impediva di accettare che una persona potesse avere come punto di riferimento la fratellanza massonica, oltre a essere sottoposta al suo regime.

L’incontro è però diventato anche l’occasione per sapere qualcosa di più della massoneria di oggi. L’assessore Ferrini si è chiesto come mai l’adesione a quella organizzazione venga rivendicata con orgoglio e come un merito in Paesi come gli Stati Uniti e la Francia, mentre in Italia viene vista negativamente e quindi tenuta spesso nascosta. Bisi ha sostenuto che dipende innanzitutto dalla «presenza del Vaticano, che dopo la breccia di Porta Pia scomunicò gli aderenti alla massoneria, a cui ancora oggi le gerarchie ecclesiastiche precludono l’accesso ai sacramenti, anche se - ha aggiunto il relatore - singoli sacerdoti sono più aperti».

Tra le curiosità a cui il Gran Maestro ha risposto c’è stato il fatto che «la ritualità», che è uno degli aspetti che creano un alone di mistero attorno alle logge e all’iniziazione degli affiliati, «è aumentata negli ultimi anni» e ha detto di non capire «come mai faccia così scalpore una cerimonia fatta indossando il grembiule, mentre quando lo fa un prete è considerato tutto normale».

Ha poi precisato che gli appartenenti all’organizzazione appartengono a un’ampia gamma di fasce socio-economiche e professionali, rivelando però che «ci sono tanti medici».

Non è mancato un riferimento, con tono soddisfatto, al fatto che durante la fase più tragica della pandemia da Covid, con le dovute precauzioni, il Grande Oriente d’Italia è stata l’unica realtà massonica che ha riunito in presenza la Gran loggia.

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