Cesena e la caccia alle nutrie: attirate in gabbia con le esche poi l’uccisione con armi da fuoco

Caccia aperta alle nutrie, per i prossimi due anni, con l’obiettivo di catturarle attraverso gabbie-trappole munite di esca e poi ucciderle con armi da fuoco. In termini sintetici e crudi, è il contenuto di un accordo stretto con i cacciatori dell’Ambito territoriale caccia Fo2. Nei giorni scorsi da Palazzo Albornoz si è dato il via libera a una convenzione che è destinata a fare discutere ed è facile immaginare che sarà accompagnata da proteste accese di chi ama gli animali.

Decisione choc

La misura drastica, mirata al «contenimento della popolazione delle nutrie» come si legge nel provvedimento dell’Amministrazione di Cesena, si fonda sulla premessa, riportata in un atto approvato in questi giorni dal dirigente del settore del Comune Ambiente e Tutela del territorio, che «la presenza incontrollata» di esemplari in zona «rappresenta un grave pericolo». Per la precisione, ne vengono segnalati tre: il «rischio idraulico, in quanto le tane che scava rendono fragili le sponde dei corsi d’acqua, i pericoli «per la circolazione stradale», perché capita sempre più spesso che questo roditori attraversino all’improvviso vie, soprattutto in periferia ma da qualche tempo anche nella zona del centro urbano oltre ai «danni alle produzioni agricole».

Sono queste le argomentazioni indicate per motivare la decisione di siglare un patto con i cacciatori, per il biennio 2026-2027, con riconoscimento di un contributo di 1.500 euro in ciascuno dei due anni, per «interventi mirati per ridurre la specie Myocastor coypus, e limitare i danni da esse provocati». Nello schema di convenzione preparato si prevede di incaricare di tre compiti i cacciatori dell’Atc Fo2. Il primo è «l’attività di cattura delle nutrie a mezzo di apposite gabbie-trappola, numerate e codificate dal Comune di Cesena, installate sul posto, con l’utilizzo di esche alimentari». La fase più cruenta sarà «l’abbattimento delle nutrie catturate con arma da fuoco, nei termini consentiti dalla normativa vigente e smaltimento». Poi si prevedono anche «rimozione e smaltimento delle carcasse di nutrie rinvenute a ridosso di torrenti o fossati». Si specifica che «si dovrà dare priorità alla cattura tramite l’ausilio di gabbie-trappola, in quanto le segnalazioni sono di avvistamento esemplari in centro storico e all’interno dei centri abitati in prossimità dei torrenti e fossati».

I precedenti

Una decisione che appare destinata a scatenare nuovamente polemiche, ma non una novità. Nel recente passato infatti soluzioni analoghe erano state percorse per contenere la proliferazione di nutrie al Parco Teodorico di Ravenna (dove, tra flash mob ed esposti in Procura, già innescò un forte dibattito anche l’ipotesi di procedere ad una sterilizzazione) o lo scorso anno al Parco Urbano di Forlì dove l’area fu chiusa al pubblico un paio di giorni per permettere la realizzazione del piano di contenimento, che in quel caso prevedeva la possibilità di procedere con tre metodi previsti: arma da fuoco, dispositivi ad aria compressa per i quali non sono richiesti porto d’armi e licenza per l’esercizio venatorio o il trasferimento delle nutrie catturate in contenitori ermetici dove vengono esposte al biossido di carbonio ad alta concentrazione. Anche in quel caso a nulla valsero petizioni e mobilitazioni da parte degli animalisti.

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