Cesena, duello legale col Comune per l’ex ristorante “Ai Gessi”: la Cassazione dice no a risarcimento per altri 1,4 milioni

Cesena
  • 01 agosto 2025

Si chiude con il risarcimento da 1 milione e 160mila euro che 8 anni fa il Tribunale di Forlì aveva imposto al Comune di pagare ai gestori del ristorante “I Gessi” il braccio di ferro legale tra le due parti. Martedì scorso la Corte di Cassazione ha definitivamente respinto il ricorso presentato dalla società “Al Monte Srl”, che chiedeva le fosse riconosciuto un ulteriore danno, quantificato in 1 milione e 400mila euro. Il secondo round del match che tanto ha fatto parlare si è dunque chiuso con la “vittoria” del Comune. In pratica, i giudici hanno confermato che i gestori dell’ex ristorante a Celincordia non hanno diritto ad alcun risarcimento per lucro cessante derivante dalla mancata esecuzione di un contratto preliminare d’affitto d’azienda che avevano sottoscritto con chi era interessato a subentrare nell’attività ma si era tirato indietro per il giro di vite che era stato dato con le famose revoche delle autorizzazioni temporanee rilasciate per le verande.

Lunga e travagliata storia

La vicenda risale al 2002 quando fu stipulato un contratto con cui il Comune di Cesena concedeva in uso alla società “Al Monte Srl” l’edificio di via del Monte, 1.534, per l’apertura di un ristorante. Nel 2013 il Tribunale di Forlì dichiarò la nullità del contratto, condannando il Comune a risarcire i danni, da liquidarsi in separato giudizio. La decisione fu poi confermata in appello e in terzo grado.

Successivamente, la “Al Monte Srl” avviò un nuovo giudizio, sostenendo tra l’altro di aver perso il reddito atteso dall’affitto dell’azienda a una terza società, “La Poggianina Sas”, sulla base di un contratto preliminare sottoscritto nel 2009.

Nel 2017, il Tribunale di Forlì stabilì un risarcimento di 1,16 milioni di euro e relativi interessi, oltre alle spese legali, escludendo il lucro cessante legato al contratto preliminare di affitto.

Ci fu un ricorso contro questa decisione, con richiesta di ulteriori 1,4 milioni, rigettata nel 2019 dalla Corte d’Appello di Bologna. Ora anche la Cassazione ha ritenuto infondate le pretese del ricorrente.

I motivi del no dei giudici

I giudici, nel respingere il ricorso presentato dalla società “Al Monte Srl”, hanno fatto notare che la perdita del reddito derivante dal contratto preliminare di affitto non poteva essere considerata un danno certo e attuale, ma al massimo una perdita di chance, comunque non provata. Inoltre, le condizioni del contratto preliminare (quali l’onerosità del canone, la facoltà di recesso e la mancanza di garanzie) rendevano incerta la possibilità di una redditività dell’azienda. Infine, la società chiedeva una maggiore liquidazione del danno non patrimoniale. Ma nel terzo e definitivo grado di giudizio è stata ribadita la congruità della liquidazione già riconosciuta dai giudici. E la “Al Monte Srl” è stata condannata a rimborsare al Comune 6mila euro di spese legali.

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