Cesena, dopo i calci all’infermiera, torna a seminare caos in ospedale con urla e insulti

Cesena
  • 02 giugno 2025

Questa volta, a differenza di quanto era successo cinque giorni fa, quando aveva preso a calci un’infermiera, rischiando di farla cadere dalle scale della Piastra Servizi del Bufalini, sembra che non abbia alzato le mani, o i piedi, contro il personale sanitario che ha sfortunatamente avuto a che fare con lui. Ma ieri, verso metà mattina, lo stesso giovane di origine tunisina che si era beccato una denuncia a piede libero per quella aggressione, è tornato a seminare caos in ospedale, in questo caso in Pronto soccorso, confermandosi una mina vagante. Le tensioni sono esplose verso le 10.30, quando il 31enne N.M., residente nella zona di Bulgaria, è stato soccorso dal 118 e caricato in ambulanza, dopo avere avuto un incidente in bicicletta. Per fare gli accertamenti del caso sulle sue condizioni di salute ed eventualmente prestargli le cure necessarie è stato trasportato in Pronto soccorso. Ma appena ci ha messo piede ha iniziato ad andare in escandescenza senza alcun motivo, urlando e lanciando offese contro chi era in servizio al triage e stava facendo il proprio lavoro per registrare la sua presenza e indirizzarlo dove avrebbe dovuto farsi visitare. Poco dopo, senza aspettare il suo turno, è entrato negli ambulatori, iniziando a strepitare contro il medito e gli altri addetti sanitari all’interno. A quel punto, è stato necessario chiamare le guardia giurata per conto della società “Cittadini dell’ordine”, che ha cercato di calmarlo e al tempo stesso ha allertato le forze dell’ordine. Quando gli agenti sono arrivati sul posto, il 31enne, sempre esagitato, si era però già allontanato. E nelle ore seguenti è stato segnalato in aree verdi del centro cittadino, dove avrebbe continuato a urlare e arrecare disturbo a chi si trovava a tiro.

All’interno dell’ospedale aumenta il senso disagio provocato dal ripetersi sempre più frequente di episodi simili. Sono ormai quotidiane le segnalazioni di pazienti che hanno modi di fare e toni decisamente poco civili, e talvolta anche maneschi. Per non parlare di qualche semplice frequentatore dell’ospedale, a volte in cerca di farmaci e di oppiacei per i quali non hanno le necessarie prescrizioni. Poi c’è anche la piaga diffusa dei furti, a volte nelle stesse stanze delle corsie ospedalieri, o più spesso in sale d’aspetto e corridoi. Tutte criticità davanti a cui, anche attraverso la voce dei sindacati, si stanno chiedendo misure per rendere più sicuro un ambiente dove bastano e avanzano le normali preoccupazioni per la salute dei pazienti, la fatica e lo stress “ordinari” di chi deve occuparsene.

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