Cesena. Dipendenze da gioco d’azzardo in crescita: “Si rischia pure col fantacalcio”

Cesena
  • 09 novembre 2025

Il consumo di sostanze stupefacenti continua ad essere una delle criticità più drammatiche per il Servizio delle Dipendenze Patologiche di Forlì-Cesena che in tanti conoscono semplicemente con l’acronimo Sert. È quanto emerge dai dati forniti dal direttore sanitario Michele Sanza. «I consumatori di sostanze rappresentano la metà della nostra utenza - spiega Sanza -, il 40% abusa di alcol, il 4% gioca d’azzardo. I casi variano a seconda della gravità e dell’intensità della situazione di entrata al servizio e di successivo impegno terapeutico». Nello specifico ha spiegato che «i giovani sono numericamente meno, ma sono quelli a cui dedichiamo maggiore impegno in termini di trattamenti intensivi e integrati all’interno della rete di assistenza. Spesso richiedono l’intervento della neuropsichiatria infantile perché si tratta di soggetti minorenni; altre del Centro di Salute Mentale perché vengono rilevati disturbi psichiatrici».

Spesso è poliabuso

Ai nuovi ingressi, però, si aggiunge «la fascia di persone in trattenimento - sostiene Sanza -. Persone che assumono con regolarità farmaci agonisti che creano dipendenza. E di frequente si tratta di soggetti insospettabili, autonomi, con famiglia e che conducono una vita piena a tutti gli effetti». Il tratto comune agli utenti che si rivolgono al Sert è dato dal «poliabuso - ha messo in evidenza il medico -. Nei casi che curiamo c’è sempre un pattern di sostanze. Non si fa mai riferimento a una singola droga. E oggi in primo piano, dove fino a pochi anni fa era facile trovare l’eroina, troviamo psicostimolanti come cocaina e crack. Insieme a benzodiazepine, chetamina, catinoni e sullo sfondo la cannabis. Molto diffusa tra i giovani, ma difficile da inseguire perché molti di loro non la considerano come una droga».

Il gioco patologico

Un notevole aumento è stato registrato anche tra i giocatori di azzardo. Che dall’1% dei casi seguiti dal Sert di cinque anni fa, oggi si attestano al 4%. «È un fenomeno in continua crescita - prosegue Sanza -. Soprattutto a causa della sua difficile intercettazione. Quella da noi riscontrata è solo la punta dell’iceberg. Il vero dramma è l’enorme quantità di casi sommersi che non si riescono a bloccare. Anche a causa della molteplicità di possibilità, spesso illegali, che oggi esistono per giocare. È una dipendenza che si sta diffondendo ampiamente anche tra i giovani nella forma del gioco in borsa, delle scommesse sportive, persino del fantacalcio. Fino allo sconfinato gioco online».

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