Cesena, corpi stesi in piazza e palloncini in cielo contro le bombe a Gaza e per la Palestina libera






Duecento persone in corteo dai giardini pubblici accanto al Bonci a piazza del Popolo per dire basta al massacro in corso a Gaza. Lo hanno fatto ieri pomeriggio, per più di due ore, con parole ma anche con gesti simbolici d’impatto. Come quando decine di manifestanti si sono stesi sul selciato della piazza, coperti da lenzuoli: un modo forte per ricordare gli oltre 15mila palestinesi già uccisi in questi 50 giorni di spietata rappresaglia israeliana seguita al terribile raid di Hamas. Un pensiero speciale è andato ai 5mila bambini dilaniati dalle bombe, in memoria dei quali sono stati fatti volare in cielo palloncini bianchi.
La marcia in centro si è svolta silenziosamente, mostrando solo striscioni e cartelli, con in testa l’ormai famosa frase “Restiamo umani”. Poi, una volta in piazza, in mezzo a tante bandiere della Palestina, diversi interventi hanno allargato il ragionamento, andando oltre la straziante cronaca delle violenze delle ultime settimane. In particolare, Fatima, una delle tre donne che hanno le loro radici in quella terra martoriata e che hanno preso la parola con grande incisività, ha sottolineato che, «finché non finirà l’occupazione israeliana iniziata nel 1947, non cesseranno l’Apartheid e il genocidio israeliano contro i palestinesi e la Palestina non sarà uno Stato libero, ce la sogniamo la pace». Dure critiche sono state fatte anche contro l’imperialismo occidentale e contro il governo italiano, che - ha ricordato Adolfo Morganti, editore de “Il Cerchio” e presidente dell’associazione “Identità europea” - «si è vilmente astenuto quando si è messa ai voti una risoluzione Onu per chiedere di sospendere l’attacco su Gaza». Don Pasquale Gentili e altri hanno ricordato che non tutti gli ebrei vogliono questa guerra, come «gli obiettori di coscienza che rifiutano di servire nell’esercito di Israele e si fanno tre anni di carcere per questa scelta». Infine, c’è stato chi ha invitato a protestare con azioni di boicottaggio per colpire le aziende collaborative con le occupazioni illegali israeliane e a mettere ai voti nei Consigli comunali mozioni di condanna degli attacchi fatti ai civili e dei soprusi pluridecennali contro i palestinesi.