Cesena, Confcommercio: “Detrazioni fiscali per le spese culturali”

Cesena
  • 17 ottobre 2025

Rendere sostenibili i costi della cultura. Confcommercio Cesena interviene su un aspetto che si correla alla candidatura di Cesena a Capitale della Cultura insieme a Forlì, sottolineando l’importanza di riflettere sui costi della cultura a carico delle famiglie, che devono essere sostenuti con politiche incentivanti. «La cultura non è un bene accessorio - afferma il presidente cesenate Augusto Patrignani - : è una necessità sociale, educativa ed economica. Per questo sosteniamo con convinzione nel territorio la proposta di introdurre una detrazione fiscale per le spese culturali delle famiglie, avanzata da Impresa Cultura Italia–Confcommercio. È un’azione concreta per rendere più accessibile il consumo culturale, abbattendo le barriere economiche che oggi colpiscono soprattutto giovani, famiglie con figli e cittadini dei centri più piccoli», spiega il presidente di Confcommercio Cesena, Augusto Patrignani, all’indomani dell’incontro nazionale “Consumi culturali e leva fiscale”.

«Nel nostro territorio – prosegue Patrignani – abbiamo una rete culturale viva e diffusa: librerie indipendenti, cinema di qualità, teatri, eventi musicali e associazioni culturali che animano il centro e i quartieri. Ma troppe famiglie, soprattutto con redditi medi o bassi, sono costrette a limitare i consumi. Con questa proposta, Confcommercio vuole spingere per cambiare rotta».

La misura proposta da Confcommercio nazionale prevede che le famiglie possano detrarre dalle tasse il 19% delle spese culturali, analogamente a quanto avviene per le spese mediche o scolastiche. «Parliamo di un sistema tracciabile, semplice da applicare, con un impatto immediato: se una famiglia spende 300 euro l’anno in libri, biglietti teatrali, cinema o concerti, può recuperarne quasi 60 in dichiarazione dei redditi. Un piccolo segnale, ma significativo. E moltiplicato su larga scala, anche un volano per l’economia locale».

Patrignani sottolinea anche un altro aspetto: «Questa detrazione fiscale riconosce il valore della cultura nel welfare familiare. Non è solo svago: è formazione permanente, coesione sociale, cittadinanza attiva. E rafforza un settore che, anche a Cesena, crea lavoro e identità».

Infine, un auspicio del presidente di Confcommercio: «Sarebbe importante estendere questo principio anche al welfare aziendale, permettendo alle imprese di includere la cultura tra i benefit per i dipendenti. Una sfida moderna, che lega crescita economica e crescita civile. Confcommercio Cesena farà la sua parte per promuovere la proposta nelle sedi istituzionali e sensibilizzare i nostri imprenditori e amministratori locali a premere in tal senso sugli organi decisori».

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