Cesena, centro pedonalizzato e scelte epocali su fiumi e ponte: il sindaco Lattuca svela il 2026 che verrà

Il 2026 sarà l’anno del «dado è tratto» per la «pedonalizzazione totale del centro storico», che diventerà stabile «almeno tutti i sabati e le domeniche e nei periodi festivi». E nel primo semestre si deciderà, insieme al commissario Curcio e alla Regione, come investire la metà dei 920 milioni destinati all’Emilia Romagna che dovranno alimentare il primo dei due piani quinquennali di opere per rafforzare la resistenza del territorio alle alluvioni. A partire dalla decisione di cosa fare del Ponte Nuovo: demolirlo e rifarlo oppure migliorarlo?

Sono due tra gli spunti più interessanti emersi nel tradizionale incontro di fine anno organizzato dal sindaco Enzo Lattuca con i giornalisti.

Centro pedonalizzato

La conversazione a tutto campo è partita proprio dalla chiusura radicale del cuore della città durante i week end. Sottolineando che «il tempo delle sperimentazioni è finito», il primo cittadino si è detto «pronto a confrontarsi sul come ma non sul se», nella convinzione che non fare entrare le auto in centro «farà bene a tutti». Per svitare violazioni del divieto, pensa anche a «barriere automatiche, come i pilomat».

Fiumi, casse e Ponte Nuovo

Molto complessi i ragionamenti sulla sicurezza idrogeologica. Gli importanti fondi statali a disposizione serviranno soprattutto per il Savio, ma anche per il Cesuola, il Pisciatello e parte della rete di bonifica. «Su quest’ultima - ha ricordato Lattuca - si sta già intervenendo sul Rio Granarolo e il Rio Marano. Quanto al Cesuola, si conta di «trovare i 20-25 milioni necessari per rifare il tratto tombinato, riducendo il rischio di esplosione, e per separare acque nere e bianche». Il nodo più intricato è il Savio. «Per rialzare gli argini basterebbero 10 milioni - ha detto il sindaco - ma ci sarebbe un impatto sulla città e si finirebbe per fare scorrere nel fiume un cannone d’acqua ancora più grosso. Una cassa d’espansione per un fiume così grande costa molto di più: basti pensare che si stanno spendendo 7 milioni per il piccolo Rio Marano». Comunque «tre casse ricavate da cave, quelle di Cà Bianchi a Borgo Paglia, del mulino di Borello e quella chiamata “La palazzina” a San Carlo, oggi in funzione per metà, saranno pienamente operative nel giro di due anni», ha fatto sapere Lattuca. La situazione più intricata è quella del Ponte Nuovo, che «è una oggettiva barriera al deflusso delle acque». Però - ha puntualizzato il sindaco - «se lo si demolisce per ricostruirlo, con gli standard attuali previsti per un ponte ex novo, bisogna alzare il piano di un paio di metri e questo è difficilmente compatibile col tessuto urbano attorno. Ci si potrebbe però limitare a un miglioramento invece che un rifacimento, lasciando solo i piloni laterali ed eliminando quelli immersi in mezzo al fiume».

La zona stazione

Il 2026 sarà anche caratterizzato dalla conclusione di tutti i cantieri del Pnrr, a partire dalla riqualificazione dell’area stazione, che tra fine primavera e inizio estate, si presenterà completamente trasformata. Proprio su quel maxi progetto si è soffermato Lattuca: «La sfida sarà poi come farla vivere, anche con iniziative dei privati, in particolare quelli lungo viale Europa, sul lato della strada opposto a quello della linea ferroviaria». Ha aggiunto che sarà «importante l’aula magna di Psicologia, coi suoi 390 posti, che diventerà un auditorium chiave per la città, con eventi anche serali, da finanziare anche con una sponsorizzazione proponendone l’intitolazione a chi vorrà contribuire». Presto sarà inoltre pubblicato «un bando per un pubblico esercizio in piazzale Marx, simile al chiosco dei giardini Savelli. Nascerà a ridosso dell’ex mensa “Le Fricò”, al cui interno saranno operativi, entro la fine del 2026, Cesenalab e Centro per l’impiego». La gradevolezza della “piazza verde”che sta nascendo al posto del vecchio piazzale dei bus, unita a occasione per frequentare la zona non solo nelle ore diurne, sono il modo in cui si pensa di potere restituire anche più sicurezza a tutta la zona stazione.

Semmai - ha aggiunto - «sono in grande ritardo i lavori di cui deve occuparsi Rfi, come il nuovo parcheggio da 90 posti auto previsto di fronte all’hotel “Alexander”».

Sicurezza stradale

Un altro tema che sta partecolarmente a cuore al sindaco è la sicurezza stradale. «Nel corso del 2024 ci sono stati 8 morti e 521 feriti sulle strade del comune di Cesena. È questo il pericolo maggiore che corrono i nostri cittadini, soprattutto per le velocità esagerate dei veicoli. Con i Quartieri neoeletti faremo una programmazione triennale di interventi, dall’estensione delle Zone 30 all’aumento di rilevatori di velocità, fino a opere strutturali, come attraversamenti pedonali protetti».

I due nodi insoluti

Su due nervi scoperti, la lotta alla microcriminalità e l’emergenza abitativa, il sindaco Lattuca ha puntato l’indice contro il Governo Meloni. Sul primo fronte, ha fatto notare che «sono fondamentali il rafforzamento degli organici delle forze dell’ordine e un presidio fisso della polizia ferroviaria in stazione». Ha insistito sul concetto di sicurezza urbana: «Il compito del Comune è supportare le forze dell’ordine e realizzare interventi per ridurre il degrado. Nell’ordinamento italiano non esistono i sindaci-sceriffo». Poi, partendo da un’analisi sulla realtà locale, ha allargato lo sguardo: «Un paio di dozzine di malviventi arcinoti, in quanto denunciati e spesso anche arrestati più volte, compiono gran parte dei reati a Cesena. Il Governo Meloni aveva promesso il pugno di ferro, promettendo rimpatri di chi delinque, ma non è cambiato nulla; anzi le cose sono peggiorate perché si sono tolte risorse per l’assistenza di secondo livello, spingendo così nella marginalità un maggior numero di stranieri»

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