Un censimento degli alberi su aree pubbliche presenti in città, perno su cui si costruirà un Piano del verde, e un corposo pacchetto di ripiantumazioni per sostituire gli alberi che sono stati tagliati negli ultimi tempi.
Sono due azioni annunciate dall’assessore alla Sostenibilità ambientale, Andrea Bertani, stimolato dall’iniziativa “Conoscere per imparare a scegliere”, promossa dall’Ecoistituto in collaborazione con varie associazioni che si occupano di ambiente. Considerandola «un’occasione preziosa per allargare davvero il dibattito ambientale», ha seguito come uditore questa serie di incontri pensati per approfondire temi come clima, verde urbano e trasformazioni del territorio.
Tra i temi affrontati, c’è stata la regola “3 - 30 - 300” illustrata dall’esperto Daniele Zanzi, sulla pianificazione del verde urbano, che garantirebbe alberi visibili, copertura arborea e accesso rapido alle aree verdi: tre alberi visibili da ogni finestra, almeno il 30% di superficie verde in città e un’area verde a 300 metri da ogni cittadino. Bertani conosceva già questo metodo e lo ritiene «evocativo, utile per far capire ai cittadini che il verde è un diritto». Ribadisce la necessità di «pensare al verde come “infrastruttura” capace di migliorare il benessere e mitigare gli effetti del clima che cambia».
Il Comune sta accelerando sulla mappatura degli alberi pubblici, circa 30mila esemplari, il cui censimento, previsto entro il 2026, costituirà la base del futuro Piano del verde per gestire parchi, giardini e aree naturali.
Parallelamente, prosegue la mappatura delle aree verdi cittadine per definirne la vocazione futura: alcuni parchi rimarranno spazi di fruizione, mentre altre aree meno frequentate potranno essere rinaturalizzate, aumentando biodiversità, perché «ripensare la città significa guardare lontano», sottolinea Bertani.
Uno dei nodi più discussi resta quello degli abbattimenti. L’assessore sottolinea che «gli alberi non sono un problema, ma sono parte della soluzione», così come anche Zanzi aveva specificato. Specifica che dove è possibile si interviene con la messa in sicurezza, ma in caso di rischi reali l’abbattimento è inevitabile.
L’obiettivo resta aumentare la copertura arborea complessiva, con interventi e sostituzioni mirate, come un piano da 220 mila euro per ripristinare 200-250 alberi eliminati negli anni passati.
La resilienza urbana è un altro asse centrale. «Siamo un territorio colpito da alluvioni e sarebbe un errore pensare che gli alberi aggravino il rischio», osserva l’assessore. Il Comune sta valutando nuovi interventi di desigillazione e l’installazione di pavimentazioni permeabili, già sperimentati a Case Finali. «Sono operazioni costose che richiedono finanziamenti, ma pianificarle oggi permette di essere pronti quando arrivano le opportunità».
Infine, Bertani ricorda che la sfida climatica non riguarda solo le piogge intense, ma anche le ondate di calore. «Le notti tropicali, quelle in cui non si scende sotto i 20 gradi, stanno passando da 8 a oltre 30 all’anno, e durano sempre più giorni consecutivi. E prima dell’alluvione, abbiamo affrontato due anni di grave siccità». Proprio questa alternanza conferma la necessità di un sistema verde in grado di affrontare entrambi gli estremi.