Il Comune di Cesena scende in trincea in difesa del piano messo a punto per il biennio 2026-2027 per catturare nutrie con gabbie dotate di esca e poi ucciderle con armi da fuoco. Non vuole sentire parlare di “caccia”, pur in presenza di una convenzione sottoscritta con l’associazione dei cacciatori. Un accordo che - rende noto - era già stato stretto una prima volta nel 2023 e rinnovato nel 2025. Da Palazzo Albornoz sottolineano che quello deciso è «un piano di controllo della nutria come specie infestante in ambito urbano, disciplinato dalle normative nazionali e regionali» e aggiungono che «la legge attribuisce ai Comuni l’obbligo di intervenire per contenere la specie, prevenire i danni e garantire la sicurezza pubblica». Fanno notare che «la nutria, specie alloctona proveniente dal Sud America, nel corso degli anni, ha raggiunto numeri molto elevati sul territorio, favorita dall’assenza di predatori naturali e da un’elevata capacità riproduttiva. Questo, in alcuni casi, può comportare problemi rilevanti: erosione degli argini, danni alle colture, rischio idraulico nelle aree urbane, nonché potenziali situazioni di pericolo per i cittadini. Interventi sono stati eseguiti in prossimità dei corsi d’acqua, ma anche in pieno centro, come in piazza Giovanni Paolo II, di fronte al duomo». Per quel che riguarda la sicurezza idraulica, si riconosce invece che «la cattura e selezione delle nutrie non rappresenta una soluzione efficace, non incide sulle cause strutturali del problema». Viene poi evidenziato che «la nutria non è oggi più classificata fra le specie selvatiche, ma tra quelle infestanti».
Nel corso del 2023 sul territorio comunale di Cesena erano stati eseguiti due interventi; l’anno scorso sono saliti a 11 e nel corso del 2025, al momento, ne risultano 6.
Quanto all’atto biennale con l’Associazione Ambito Territoriale di Caccia Fo2 per la gestione operativa del contenimento della nutria, predisposto per il 2026-2027, come riportato ieri dal Corriere Romagna, si tratta - prosegue la nota diffusa dal Comune - di «un accordo che si basa sulle Linee guida regionali per il contenimento della nutria (Dgr 536/2015) e sul Piano regionale aggiornato con Dgr 546/2021, adottati nell’ambito della Legge regionale sul benessere animale. Queste linee guida chiariscono un punto essenziale: non si tratta di caccia, ma di cattura e soppressione controllata. È infatti espressamente vietato fare uso di veleni e rodenticidi. Le gabbie, una volta attivate, devono essere controllate almeno una volta al giorno. Il controllo giornaliero è richiesto al fine di non provocare inutili sofferenze agli animali catturati e di verificare la presenza nelle gabbie di specie non bersaglio».
Gli esemplari catturati hanno però il destino segnato: «La nutria, essendo classificata come “specie infestante”, non può essere reimmessa in natura e deve essere rimossa secondo criteri stabiliti dalla Regione».
La convenzione, come già spiegato dal “Corriere”, prevede tre attività principali. Cattura tramite gabbie-trappola. Le gabbie, numerate e codificate dal Comune, vengono installate dall’Atc Fo2 nelle aree urbane e lungo fossati e torrenti. L’uso di trappole è lo strumento prioritario, soprattutto nei centri abitati e nel centro storico; soppressione degli animali catturati; rimozione e smaltimento delle carcasse delle nutrie trovate morte nei corsi d’acqua o in aree urbane, garantendo sicurezza e igiene pubblica.
Gli interventi, coordinati con l’Ufficio Benessere Animale del Comune, saranno attivati in base alle segnalazioni di cittadini, Polizia locale o tecnici comunali.
«La collaborazione con l’Associazione Ambito Territoriale di Caccia Fo2 – concludono dal Comune – permetterà di gestire in modo professionale e documentato una criticità ambientale che coinvolge tutta la regione».