Cesena, Borgonzoni in visita al Monte: da lunedì iniziano i lavori più urgenti - GALLERY

Cesena

L’Abbazia del Monte va salvata. Partendo dalle cose più urgenti. Cercando poi di far includere gli Ex Voto depositati dai fedeli fin dal 1.400 nell’elenco inestimabile dell’Unesco per poi infine «Ragionare tutti insieme su come poter trovare le enormi risorse necessarie per una sua conservazione globale, visto che tutta l’abbazia continua ad essere decisamente a rischio».

Le parole sono della vice ministra Lucia Borgonzoni, sottosegretaria ai beni culturali. Che è salita al Monte ed è stata guidata dal priore dom Mauro Maccarinelli all’interno della chiesa più amata dai cesenati: l’abbazia che troneggia sul colle affacciato sulla città fin dall’anno Mille. Borgonzoni era accompagnata da alcuni colleghi di partito: come il segretario provinciale della Lega Enrico Sirotti Gaudenzi, la consigliera comunale Beatrice Baratelli ed in seconda battuta il deputato Jacopo Morrone. Ad accoglierla per il Comune c’erano l’assessore alla cultura Carlo Verona e la dirigente del settore Cultura Elisabetta Bovero.

Scortati in prima persona dal comandante dei carabinieri di Cesena (il tenente colonnello Sabato Simonetti) e dai carabinieri del “Tpc” per la tutela del patrimonio culturale, c’erano i vigili del fuoco che si sono occupati della frana che ha interessato un fronte massiccio di mura di cinta nei primissimi giorni dell’alluvione. Ma soprattutto c’erano gli “stati maggiori” delle bellezze storico architettoniche.
Corrado Azzollini, direttore del segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e vertice della relativa unità di crisi per le emergenze conservative; Federica Gonzato, dirigente della sovrintendenza archeologica delle belle arti e del paesaggio; e Romina Pirraglia, funzionaria archeologica della sovrintendenza.


«Il fronte della frana è stato preso in carico con urgenza - ha spiegato alla vice ministra Corrado Azzollini - Dopo che l’area è stata messa in sicurezza sono state contattate le ditte e già da lunedì inizieranno i lavori di consolidamento».
I cedimenti di terreno sono dovuti alla morfologia “post costruttiva” dello stesso. I primi insediamenti religiosi in quella che diventerà nei secoli l’abbazia del Monte risalgono all’anno 1000 ma tra il 1400 ed il 1500 c’è stata l’edificazione più ampia che ha portato alla struttura attuale. Nata sbancando man mano il terreno collinare su cui poggia. Una base fatta dunque di “terra di riporto”. Che nei secoli sta cedendo sotto al peso del patrimonio religioso che porta sulle spalle.
Della sofferenza di tutto il complesso monastico si sapeva da tempo. Ma guardare da vicino e toccare con mano è differente.


Il viaggio del gruppo con in testa Lucia Borgonzoni e Corrado Azzollini porta con sé un unico filo conduttore. Dalle cantine all’antica copertura in legno della chiesa. L’abbazia è segnata ovunque da crepe che si muovono in maniera obliqua dal basso verso l’alto. Ai piani superiori, negli enormi corridoi normalmente interdetti ai fedeli, a cadenza regolare si aprono voragini verso il basso dovute a cedimenti della pavimentazione piuttosto che a studi di soluzioni per mitigare gli effetti del tempo sull’edificio.
«Un complesso da molto tempo sotto osservazione - è stato spiegato - anche per capire quanto velocemente scosse di terremoto o dissesti stiano incidendo sulla sua tenuta».
A testimonianza ci sono tanti “vetrini” montati lungo le pareti. La cui rottura andrebbe a significare che i tempi per salvare l’abbazia si stanno ancora più accorciando.
«Tra le problematiche c’è anche quella dovuta alle ricostruzioni post belliche» ha spiegato il priore. «La parte ricostruita dopo il bombardamento subìto dall’abbazia, non è omogenea al resto. E contribuisce al dissesto totale ed al rischio di crolli improvvisi».
Lucia Borgonzoni è vista come la persona giusta che possa accogliere l’appello anche di chi vorrebbe veder rinascere tutto a vita nuova. Cosa che avrebbe costi incalcolabili con fondi che non possono di certo essere reperiti dal giorno alla notte.
«Per le questioni di somma urgenza - ha spiegato la vice ministra - sono già stati stanziati 8 milioni di euro. Che verranno incontro alle esigenze come quella di risistemare la recente frana delle mura piuttosto che proteggere i preziosi affreschi che si sono visti durante questa visita. Poi servirà ragionare tutti assieme. Per capire come poter intervenire su una struttura così meravigliosa. Che il tempo, la siccità prima ed ora l’alluvione hanno rovinato».

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