Cesena, blitz contro i bivacchi davanti al Comune: una donna senzatetto si infuria, denunciata

Tensione alle stelle, ieri a metà mattina, per un intervento della Polizia locale sotto il loggiato comunale per allontanare una coppia di ultrasessantenni rimasti senza casa da 5 giorni. In realtà a finire nell’occhio del ciclone non sono stati loro, già al centro delle cronache per essere stati sfrattati per morosità da un alloggio della Curia nella zona di Sant’Agostino e ora alle prese con un’abitazione privata in viale Abruzzi dove esitano a entrare, perché i vigili del fuoco hanno messo nero su bianco che ha crepe e problemi igienici-sanitari. È stata invece la 45enne originaria di Capo Verde ed emigrata in Italia dai primi anni Duemila a finire nei guai. Quando alle 10.15 ha visto intervenire 5 agenti per rimuovere i bivacchi presenti vicino all’ingresso del municipio, Elis si è arrabbiata e li ha aggrediti, scaraventando per terra anche una sedia di legno, spaccandola. È stata perciò portata nella caserma in via Dell’Amore, dove è stata identificata e denunciata con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. La donna, che è difesa dall’avvocato Alessandro Sintucci, sottolinea che la sua reazione è dovuta alla «rabbia che prova quando vede un’ingiustizia». Non ha più un tetto da 3 mesi ed è costantemente “accampata” davanti al palazzo comunale, dove espone anche cartelli di protesta e qualche tempo fa ha addirittura trascinato un letto su cui dormire. Dal Comune le hanno proposto di andare o in dormitorio o in una comunità a San Carlo, in convivenza con altre persone in difficoltà. Ma lei continua a chiedere un alloggio stabile, non una sistemazione d’emergenza.
Quello stesso diritto lo rivendica per le persone in condizioni simili alle sue e ieri ha perso le staffe per quella che definisce «un’ingiustizia che non può essere accettata». Ricorda che in campagna elettorale «il sindaco aveva promesso che avrebbe dato la casa a 60 famiglie bisognose» e sostiene che dopo il voto quelle promesse non sono state mantenute. Rimprovera ai Servizi sociali di non aiutare «chi è in mezzo alla strada, senza un tetto sotto cui riposare, lavare, cucinare, mangiare, sentire caldo quando si torna dal lavoro e sentirsi al sicuro».