Cesena, area contaminata da idrocarburi: proibito l’uso dell’acqua dei pozzi

Sottosuolo contaminato in un’area tagliata da via Dismano. Un inquinamento tanto preoccupante da dovere proibire i prelievi d’acqua dai pozzi ad uso privato domestici ed extra domestici e vietarne l’utilizzo per qualsiasi scopo umano. Un’ordinanza emessa dal sindaco la scorsa settimana ha disposto questo stop, che vale per tutti i pozzi ubicati all’interno di un perimetro piuttosto ampio, che incorpora diverse delle vie che hanno nomi di frutti, nella zona produttiva di Pievesestina. Il provvedimento si è reso necessario dopo che, a seguito di verifiche eseguite da Arpae, si è rilevata la presenza di sostanze definite «pericolose per la salute umana». Per la precisione, si tratta di Metil Ter Butil Etere (Mtbe) e idrocarburi totali espressi come n-esano. Il problema è stato riscontrato dopo avere analizzato acque sotterranee prelevate dal pozzo presente nel piazzale di fronte all’immobile di proprietà della ditta “Moretti Sauro Srl”, in via Dismano 1807. Dall’Ausl sono arrivate conferme della contaminazione, che hanno fatto scattare un’ordinanza valida per tutti i pozzi fino a 35 metri di profondità (2 metri e mezzo più in basso di quello dove è venuto alla luce l’inquinamento) esistenti in una zona che comprende, oltre a un tratto di via Dismano, strade come via della Frutta d’oro, via dell’Arrigoni, via delle Fragole, via delle Albicocche, via delle Amarene, via delle Mele, via dei Mirtilli, via delle Pesche, per citare le principali. Sono tenuti a osservare il divieto sia i proprietari, sia gli utilizzatori, sia i concessionari dei punti di prelievo situati lì. È già stato messo a punto un progetto di bonifica dei terreni di proprietà della ditta Moretti.

C’è comunque una “scappatoia” al divieto generalizzato fissato a tutela della salute pubblica. In ciascun pozzo chi ha l’autorizzazione a usarlo potrà effettuare analisi su campioni di acqua attinta in accordo con Arpae, secondo modalità che vanno indicate dall’agenzia stessa, per verificare se anche in quello specifico punto sono presenti le sostanze nocive individuate in zona. Qualora gli esiti delle analisi, da effettuare in laboratori accreditati, ne escludano la presenza, Arpae può valutare, sentita Ausl, di rilasciare il nulla osta al prelievo di acque dal punto certificato come “pulito”.

Se qualcuno ha invece pozzi a profondità maggiori di 35 metri può continuare a utilizzare normalmente l’acqua.

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