Con 13 voti a favore e 8 contrari ieri pomeriggio si è concluso dopo due anni e mezzo il percorso per dotare Cesena di un nuovo strumento di pianificazione urbanistica. Ventitre anni dopo l’approvazione del vecchio Prg 2000 ieri, infatti, il Consiglio comunale ha approvato il Pug, il piano urbanistico generale.
«Con questo terzo e ultimo passaggio - ha detto ieri l’assessora all’Urbanistica Cristina Mazzoni -, si conclude il percorso istituzionale e comincia quello della piena applicazione di uno strumento che apre una nuova stagione di prassi urbanistica». Mazzoni nel suo intervento ha ringraziato gli uffici e in particolare Emanuela Antoniacci e Paola Sabbatini, le due dirigenti che si sono avvicendate nella stesura del piano, e quanti hanno preso parte al percorso partecipato, compresi i consiglieri e in particolare quelli membri della seconda commissione che sul tema si è riunita 18 volte. È stata, ha detto Mazzoni, «un’avventura stimolante e complessa». Quello verso il Pug è infatti «un percorso che ci ha portato fuori da un’urbanistica tecnica fatta per indici, a un’urbanistica interdisciplinare, calata sugli spazi».
Maggioranza soddisfatta
Tra i voti a favore quelli del Partito Democratico e di Cesena 2024. «Sono stati due anni e mezzo di lavoro intenso», ha rivendicato Andrea Vergaglia (Pd), definendo il Pug un atto politico «costruito dal basso, in cui i consiglieri sono stati protagonisti sin dall’inizio, chi voleva per lo meno. L’unico gruppo consiliare che non ha mai avanzato una proposta - ha aggiunto - è stato quello della Lega». Al piano e al percorso voluto dalla Giunta, Armando Strinati, capogruppo di Cesena 2024, riconosce il merito di «avere saputo cogliere i cambiamenti che negli ultimi 30 anni hanno trasformato la nostra città». Soddisfatto anche il sindaco Enzo Lattuca: «Ora ci sono tutte le condizioni - commenta a margine della seduta - per cogliere la sfida di una nuova urbanistica, per una Cesena che si rigenera senza cementificare e consumare suolo: un tassello fondamentale per coniugare crescita economica e qualità della vita. Il nuovo Piano definisce precisi obiettivi che tengono conto delle linee di mandato: consumo di suolo a saldo zero, rigenerazione partecipata degli spazi pubblici e privati, promozione di politiche abitative aperte e multifunzionali e una particolare attenzione ai quartieri, alla mobilità sostenibile e all’accessibilità».
Csn e M5s
Hanno votato contro Csn, M5s, Cambiamo e Lega. Per Denis Parise (Csn) si è persa un’occasione di partecipazione. Ha definito «di facciata» quella che c’è stata, e giudica troppo timide le scelte fatte su temi come il contrasto ai cambiamenti climatici e il contrasto al consumo di suolo. Contrario anche Claudio Capponcini (M5s) che nel suo intervento si allarga a parlare di sicurezza, citando la stazione, rievoca il caso delle dimissioni dalla consulta agricola delle opposizioni e del nuovo ospedale. I richiami dai banchi della maggioranza ad attenersi all’oggetto della delibera hanno scatenato battibecchi che la presidente del Consiglio Nicoletta Dall’Ara ha deciso di sedare sospendendo la seduta per 15 minuti.
Cambiamo e Lega
Più moderato ma comunque contrario il giudizio di Cambiamo. Il consigliere Luigi Di Placido (Cambiamo)ammette che quello arrivato in approvazione è un testo migliore dei precedenti, ma, accusa, «il nuovo piano ha bisogno di una visione forte e questo manca completamente di lungimiranza». Si è detta invece «convintamente e radicalmente contraria» la Lega, che in un duro intervento di Beatrice Baratelli prima e di Antonella Celletti poi, ha definito il piano in approvazione pieno di «fuffa ideologica, suggestioni, slogan», e la maggioranza capace solo di un «ambientalismo di facciata». Del Pug bocciano tutto, non solo i contenuti («astratti», «lontani dalla realtà della città») ma anche il metodo («approssimativo»): «La vostra visione - ha attaccato Celletti - è un tappo allo sviluppo della città».