Cesena, appello per la pace di 50 prof del liceo e richieste per Gaza

Cesena
  • 19 giugno 2025

Da «un dovere di non restare indifferenti», in quanto «impegnati a educare ai valori di rispetto, giustizia e pace, contro ogni violenza discriminazione, segregazione e razzismo». È nato così, su iniziativa di un gruppo di docenti, un documento firmato da 50 di loro, volto a lanciare un «messaggio di pace». Sono insegnanti del liceo scientifico “Righi”, ma precisano che non si tratta di un’iniziativa della scuola, né approvata da organismi interni ad essa. È un grido che sgorga dalle coscienze e che ha preso forma dopo più di una settimana di discussioni per convergere su un testo che mettesse d’accordo chi voleva fare sentire la propria voce.

Hanno scritto che il loro appello è nel solco «del rispetto e della valorizzazione dei principi espressi dell’articolo 11 della Costituzione, che sancisce che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali», esprimendo solidarietà alle vittime degli orrori dei conflitti, «dall’Ucraina a Gaza». Il loro gesto si unisce a quello simile già fatto da docenti del liceo “Torricelli-Ballardini” di Faenza, dei quali gli insegnanti del liceo cesenate firmatari della lettera aperta condividono parole e obiettivi. «Sessantamila persone bombardate, affamate e uccise, di cui 18mila bambini - sottolineano loro - Non sono numeri, ma vite, che corrispondono agli abitanti di Faenza. Questo sta accadendo da 20 mesi, in Palestina, ad opera del governo di Benjamin Netanyahu». Con riferimento ai Palestinesi, parlano di «dignità, cultura e possibilità di sopravvivenza di un popolo annichilite». Chiara la presa di posizione: «Pur condannando fermamente gli inaccettabili attacchi del 7 ottobre dei terroristi di Hamas, dichiariamo una netta opposizione contro i crimini di guerra nei confronti della popolazione palestinese a Gaza e contro le violenze perpetrate nei territori occupati in Cisgiordania e a Gerusalemme Est». Segue una serie di richieste: «Un cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas, la fornitura di assistenza umanitaria e l’autorizzazione di missioni internazionali a Gaza, la sospensione di forniture e compravendita di armi con Israele, la fine dell’occupazione militare illegale, degli sfollamenti forzati e degli atti criminali nei confronti della popolazione civile nei territori palestinesi in Cisgiordania, e il pieno rispetto del diritto internazionale». E viene sollecitata anche «l’attuazione del mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Benjamin Netanyahu». Infine, i 50 prof si rivolgono al Governo italiano chiedendo di «non rinnovare il memorandum d’intesa in materia di cooperazione militare e difesa tra Italia e Israele e di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina, come già fatto da 145 Paesi sui 193 delle Nazioni Unite».

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