Cesena, alluvione: ancora 16 famiglie fuori casa dopo 26 mesi, ultimi di 386 sfollati beneficiari dei contributi Cas

Cesena
  • 30 luglio 2025

Sono trascorsi più di due anni dall’incubo dell’alluvione del 16 maggio 2023, che provocò impressionanti allagamenti e mise in moto anche successivamente un’infinità di frane, ma ancora oggi 16 famiglie non sono potute rientrare nella loro casa principale, in quanto resta inabitabile per danni o pericoli. Emerge dal monitoraggio effettuato nei giorni scorsi dal Comune per erogare a queste persone i Cas, sigla che sta per contributi di autonoma sistemazione. Si tratta degli aiuti concessi a chi è stato evacuato o sgomberato a seguito del disastro e ha dovuto trovare un’alternativa: di solito un alloggio in locazione. Per coprire, in tutto o in larga parte, l’importo del canone da pagare, si è previsto di dare 400 euro ai single, 500 ai nuclei familiari di due componenti, 700 euro a quelli che ne hanno tre, 800 per quattro e 900 per cinque o più. Ci sono poi “bonus” di ulteriori 200 euro per ultrasesessantacinquenni, disabili o invalidi.

I Cas ai 17 aventi diritto (incluso, per una quota parte, un rientro avvenuto lo scorso 20 maggio) relativi ai mesi di maggio e giugno, calcolati nei giorni scorsi, ammontano a 19mila euro. Significa che ancora si spendono quasi 10mila euro mensili per questo tipo di supporto.

Quello che preoccupa è che sembrano situazioni piuttosto incancrenite, perché nel giro di un anno quasi tutte le 386 domande accolte per beneficiare del contributo sono andate in esaurimento, perché gli sfollati hanno fatto via via rientro nel loro domicilio. Da allora, però, il superamento dell’emergenza è diventato sempre più complicato per i pochi rimasti in sistemazioni provvisorie. Basta pensare che dodici mesi fa i fruitori del Cas non erano più del doppio di quelli odierni. Mentre nelle prime fasi c’erano ogni mese diverse decine di rientri nelle proprie abitazioni, ora c’è uno stato di semi-paralisi.

La misura del Cas è stata confermata, tramite una recente proroga contenuta in un’ordinanza del commissario straordinario, fino al 30 aprile 2026.

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