Cesena, aironi cenerini nidificano nel Parco del Savio: rara meraviglia naturalistica

Cesena
  • 25 marzo 2024

Quattro nidi di airone cenerino sono stati costruiti e sono abitati su un grande albero che si trova all’interno del perimetro del Parco naturale del fiume Savio. E potrebbero essere solo «un’avanguardia», perché gli ardeidi, nome scientifico del gruppo più ampio a cui appartengono questi volatili, «possono costruire anche centinaia di nidi vicini fra di loro, che ospitano senza problemi diverse specie di questa famiglia».

Gli aironi cenerini

A svelare questa meraviglia faunistica più unica che rara nel Cesenate, e ad avvisare che potrebbe essere solo il primo passo della «pacifica e festosa convivenza chiamata garzaia», è Pier Luigi Bazzocchi. Uno che di animali che vivono lungo l’asta del Savio se ne intende, avendo guidato per tanti anni l’Associazione del Parco fluviale di Cesena, che monitorava regolarmente lo stato delle presenze di specie animali e vegetali.

«I cenerini - spiega - con quasi 1 metro di lunghezza e 1 metro e mezzo di apertura alare, sono secondi, per dimensioni, solo agli aironi bianchi, da noi però piuttosto rari e ancor meno stanziali. Mentre la convivenza di tanti nidi anche nello stesso albero non crea problemi, più rigida sembra essere la riserva di pesca di ogni famiglia. Si nutrono di pesci, ma anche di piccoli mammiferi, anfibi e rettili».

Fiume ricco di fauna

Poi l’esperto osserva che «questa nuova importante presenza va valutata insieme a quelle già consolidate lungo il Savio, come i numerosi nidi di picchio, sia verde che rosso, e di quasi tutte le specie di volatili tipici del nostro territorio, oltre ad istrici, volpi, caprioli, faine e donnole. Non mancano, purtroppo, presenze non autoctone, come tartarughe dalle orecchie rosse californiane e anche almeno due visoni americani».

Biodiversità da difendere

Infine, una riflessione naturalistica: «I fiumi sono rimasti gli ultimi corridoi biologici presenti nella nostra pianura e hanno la funzione, fondamentale anche per noi umani, di preservare la naturale biodiversità - sottolinea Bazzocchi - Sono un po’ come le strade per noi umani, che ci consentono di spostarci, di conoscerci, di frequentarci, di vivere insomma. Ritengo quindi che sia da valutare bene ogni occasione che si crei che porterebbe eccessivo peso di presenza umana lungo questi corridoi senza accompagnarla a regole per la frequentazione. Penso a vere proprie campagne di educazione nelle scuole e a un sistema di sorveglianza e prevenzione di comportamenti nocivi e di vietare la presenza umana nel periodo di nidificazione nei siti dove questi nidi sono maggiormente presenti. Nella nostra pianura è rimasta quasi solo la golena del fiume Savio a conservare almeno una parvenza di naturalità non possiamo metterla sotto assedio con la nostra presenza, perché finiremmo per distruggerla e fare molto male anche alla specie umana».

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