Cesena, aggressione in centro, scrivono alcuni dei partecipanti e presenti ai fatti: “Non era una sfilata politica, ma una cena tra amici. Siamo stati provocati”

Cesena
  • 20 ottobre 2025

«Scriviamo questa lettera perché siamo stanchi e indignati per gli aggettivi di “razzisti” o “neofascisti” che giornali, istituzioni e persino il sindaco ci hanno affibbiato».

A Cesena, a poche ore dalla manifestazione pubblica di solidarietà con l’aggredito e ferito, alcuni dei presenti all’accaduto e dei partecipanti di quella che viene dichiarata come una “semplice cena tra amici” hanno deciso di prendere posizione pubblicamente per raccontare l’accaduto. La vicenda è quella del 30enne di origini albanesi ferito (frattura orbitale, 30 giorni di prognosi) dopo una aggressione a ridosso del Duomo, in pieno centro, che ha pubblicamente denunciato come a sfondo xenofobo. Innescando fitte indagini, ancora i corso, da parte di carabinieri e polizia.

«Quella di sabato 11 ottobre - scrivono in gruppo i presenti - non è stata una sfilata politica, ma una semplice serata tra amici. È assurdo che, solo per aver intonato l’inno d’Italia e scattato foto con una bandiera tricolore, si venga automaticamente etichettati come “fascisti”.

Inoltre, la foto usata come copertina per accusarci di “saluti romani” non esiste; si tratta di un fermo immagine di un video in cui cantavamo un nostro coro alzando le braccia al cielo ma il coro non era a carattere né di odio né a tipo fascista .

Essere etichettati così ha offeso tutti i presenti, molti dei quali non hanno alcun interesse politico o, addirittura, hanno idee completamente opposte.

Riguardo all’aggressione ai due ragazzi stranieri, riconosciamo che non è stato nobile reagire in tanti, ma è doveroso precisare che la provocazione è partita da loro importunando due ragazzi che si erano staccati dal gruppo.

Nonostante gli fosse stato ripetuto più volte di andarsene, in quanto noi in primis non volevamo avere problemi, i due uomini hanno continuato ad avvicinarsi, alzando ancora di più i toni all’arrivo del nostro gruppo al completo. Il tanto discusso “pestaggio” è scaturito dopo che uno dei due uomini ha colpito al volto uno dei ragazzi che aveva di fronte, da quel momento un paio di componenti del gruppo hanno agito in difesa dei propri amici.

Non accettiamo perciò che venga raccontato come un “pestaggio squadrista” privo di giustificazione.

Ci teniamo inoltre a sottolineare che molti dei presenti non hanno nemmeno partecipato e vedere tutti schierarsi a spada tratta contro di noi lo riteniamo inaccettabile.

Prima di scrivere certe accuse sarebbe giusto sentire entrambe le campane».

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