Cesena, a tu per tu col papa: emozioni per 300 in piazza San Pietro

Cesena

Erano più 300 i ragazzi e le ragazze partiti da Cesena alla volta del Vaticano, per partecipare al pellegrinaggio degli adolescenti italiani del Lunedì dell’Angelo, che si è svolto in piazza San Pietro. Il momento saliente della trasferta stato l’incontro con papa Francesco, assieme ad altri 80.000 ragazzi provenienti da tutta Italia. Tra di loro c’erano 100 ragazzi della Compagnia dei Cavalieri del Graal di Cesena, 63 dei quali iscritti alla scuola paritaria del “Sacro Cuore”, e 120 dal movimento cattolico Gioventù Studentesca. Tanti altri arrivavano dalle varie parrocchie e movimenti cattolici della diocesi di Cesena-Sarsina. È stata una due giorni di grande festa, con canzoni, testimonianze e intrattenimenti. Partiti la mattina presto in pullman dalla stazione di Cesena, i Cavalieri del Graal sono arrivati a Roma nel primo pomeriggio, accompagnati dalle insegnanti Chiara Rocculi e Cristina Ricci, della Fondazione del Sacro Cuore. «È stata un’emozione fortissima vedere tanti giovani in piazza per il papa - commenta Rocculi - Si pensa sempre che i giovani non siano interessati alla religione e alla fede, e invece è stato molto bello vederli lì, da tutta Italia. Alcuni aspettavano l’incontro dalla sera prima, col cuore aperto per pregare col Santo Padre e desiderosi di esserci è stato molto bello. Ci siamo chiesti se fossero venuti in piazza per Blanco, per Matteo Romano, ma quando il papa è sceso in piazza, tra di noi con la papa-mobile, abbiamo capito che erano lì per lui. Papa Francesco non si è fatto attendere: è arrivato fino a noi, che eravamo quasi a metà piazza, per salutare tutti. Tanti gli davano striscioni, cappelli, insegne e ha avuto un saluto per tutti».

Le parole di papa Francesco

Erano due anni che piazza San Pietro aspettava i ragazzi e le ragazze, come ha ricordato lo stesso pontefice nel suo discorso rivolto ai giovani. «Questa piazza - ha detto - attendeva da tempo di riempirsi della vostra presenza, dei vostri volti, e del vostro entusiasmo. Due anni fa, il 27 marzo, venni qui da solo per presentare al Signore la supplica del mondo colpito dalla pandemia. Forse quella sera eravate anche voi nelle vostre case davanti al televisore a pregare insieme alle vostre famiglie. Sono passati due anni con la piazza vuota e alla piazza è successo come succede a noi quando facciamo digiuno: abbiamo voglia di mangiare e, quando andiamo a mangiare dopo il digiuno, mangiamo di più; per questo si è riempita di più: anche la piazza ha sofferto il digiuno e adesso è piena di voi». Poi il papa ha incitato i ragazzi a non avere paura delle crisi, della paura stessa, ma a confidarla ai genitori e agli amici, perché «nelle crisi si deve parlare, parlare con l’amico che mi può aiutare, con papà, mamma, nonno, nonna, con la persona che può aiutarmi. Le crisi vanno illuminate per vincerle. Buttatevi nella vita. Non abbiate paura della vita, per favore! Abbiate paura della morte, della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate paura. Ma della vita, no: la vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in sé stessa».

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